La finale
Sanremo 2024, vince «La noia» di Angelina. Secondo posto per Geolier, terza Annalisa
Tutta la classifica definitiva. Loredana Bertè vince il premio della Critica, alla Mango il premio sala stampa «Lucio Dalla»
SANREMO - Angelina Mango è la vincitrice della 74esima edizione del Festival di Sanremo 2024.
Secondo posto per Geolier
Terzo posto per Annalisa
Quarto posto per Ghali
Quinto posto per Irama
La classifica definitiva dal sesto al 30esimo posto
6. Mahmood
7. Loredana Bertè
8. Il Volo
9. Alessandra Amoroso
10. Alfa
11. Gazzelle
12. Il Tre
13. Diodato
14. Emma
15. Fiorella Mannoia
16. The Kolors
17. Mr Rain
18. Santi francesi
19. Negramaro
20. D'Argen D'amico
21. Ricchi e poveri
22. BigMama
23. Rose Villain
24. Clara
25. Renga e Nek
26. Maninni
27. La Sad
28. Bunker 44
29. Sangiovanni
30. Fred De Palma
A Sanremo è tempo del verdetto finale, atteso a notte fonda dopo una maratona che vede sul palco tutti e trenta gli artisti in gara. L’attenzione è altissima: il record del televoto causa subito difficoltà a smaltire il traffico degli sms. Per chiudere il suo ultimo festival Amadeus ha voluto accanto a sé ancora l’amico Fiorello: dopo le ore piccole con Viva Rai2! e le incursioni all’Ariston, lo showman si prende il palco con una rivisitazione dell’Uomo in frac su un mash-up tra Domenico Modugno e Billie Jean di Michael Jackson, con un costume luminoso dagli inserti led, con i ballerini della Compagnia ucraina di danza hi tech di Kiev. «Per fare questo numero sono stato in carica tutto il pomeriggio», scherza Fiore.
La serata si apre con l’annuncio della classifica provvisoria basata sulla media delle quattro serate precedenti: in testa c'è ancora Geolier, davanti ad Angelina Mango e Annalisa, e in teatro tornano i fischi, dopo quelli che hanno segnato la vittoria del rapper napoletano nella serata cover. Amadeus non ci sta: «Io capisco ed è giusto, fa parte della storia di Sanremo, è un pò come allo stadio: ci sono gruppi, fan, ed è giusto che sia così. Vi prego di applaudire festeggiare, vi chiedo solo il rispetto per tutti e 30 i cantanti in gara». Poi è Fiorello show, tra gli ascolti boom del festival e la decisione del direttore artistico di lasciare dopo cinque edizioni consecutive. «Quest’uomo ha fatto cose incredibili, sta facendo cose straordinarie, tu hai fatto il 67%: non sei più un partito, sei una coalizione da solo. Questo vince le europee e si prende l’Eurofestival, state attenti». «È il nostro ultimo festival», ricorda Fiorello mentre il pubblico urla 'noooo'. «Ha bisogno di riposo, perché quando finirà andrà a fare i Soliti ignoti, i pacchi, il capodanno di Rai1, l’Arena Suzuki. Sai a chi penso? A Josè».
E poi, rivolto al figlio del direttore artistico seduto in prima fila: «Sono cinque anni che sei lì, gli italiani ti hanno visto crescere su quella poltrona». L’anno prossimo te tocca andà a scuola. E il professore appena ti vedrà dirà: Josè Sebastiani, con il codice 01, vieni interrogato». Poi chiude il suo intervento: «Non voglio fare monologoni, devo levarmi di dosso le luminarie di San Pancrazio... E poi abbiamo trenta cantanti: quando l’ultimo ha finito di cantare il primo è già in tournée». Poi si fa scappare un vaffa quando Amadeus lo sorprende di spalle sul palco per fargli uno scherzo, ma lo spaventa.
Entrano Renga e Nek con Pazzo di te, poi BigMama che dedica la sua esibizione con La rabbia non ti basta «a tutte le persone insicure, a chi prova vergogna: credete sempre in voi stessi, credete nei vostri sogni e se volete ballare, ballate». È la serata delle dediche: quella di Gazzelle è a «Giovanna, una persona che mi manca molto». Dargen D’Amico canta Onda Alta e poi bacia Mara Venier: Amadeus lo ringrazia «per avere portato come sa fare allegria e al tempo stesso riflessioni profonde" con il suo brano che parla dei bambini vittime delle guerre. I Negramaro - presentati da Fiorello che imita i gorgheggi di Giuliano Sangiorgi - propongono Ricominciamo tutto e urlano: "Viva la musica, viva la libertà, viva la pace». Mahmood convince con la sua Tuta Gold, sfoggiando una tuta oro come quella della canzone, e poi ringrazia «tutte le artiste e gli artisti che ci hanno regalato la loro visione del mondo in maniera totalmente libera su questo palco. Viva le differenze e la libertà di pensiero sempre e comunque».
C'è spazio anche per il ricordo del dramma delle foibe. L'orchestra suona Io che amo solo te di Sergio Endrigo: «Era nato a Pola - dice Amadeus - e nel 1947, a causa delle cessione dell’Istria alla Dalmazia, fu profugo con la madre. Un dramma vissuto da tanti connazionali. Le milizie misero atto una strage di massa. Nelle foibe è morta una quantità incredibile di persone, una delle pagine più tragiche della storia». Superospite Roberto Bolle che incanta sulle note del Bolero di Ravel.