Mercoledì 01 Ottobre 2025 | 22:00

Foggia, podcast sulla Costituzione sarà realizzato dai detenuti del carcere

 
Redazione online

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Foggia, podcast sulla Costituzione sarà realizzato dai detenuti del carcere

Circoleranno su piattaforme digitali e nelle scuole. Promosso dal CSV (centro servizi al volontariato) Foggia in collaborazione con don Fernando Escobar della Comunità di Sant'Egidio

Mercoledì 01 Ottobre 2025, 20:02

Nel carcere di Foggia i detenuti realizzeranno alcuni podcast sulla Costituzione, diventando così voce di cittadinanza attiva. È il cuore di «Parole in ascolto - Storie di carcere, cittadinanza e legalità», il progetto che prende forma presso la casa circondariale di Foggia. L’iniziativa - promossa dal CSV (centro servizi al volontariato) Foggia, in collaborazione con don Fernando Escobar della Comunità di Sant'Egidio - sarà curata dalla giornalista e volontaria Annalisa Graziano. Si tratta - spiegano gli organizzatori - di un progetto innovativo a livello nazionale. Il percorso, che interesserà sia il reparto maschile sia quello femminile dell’istituto penitenziario, ha preso avvio con un primo gruppo di dieci detenuti con condanne medio-lunghe, che hanno accolto con motivazione l’opportunità di partecipare.

L’iniziativa progettuale, partendo dagli articoli della carta costituzionale - spiegano gli organizzatori - guiderà i partecipanti a confrontarsi sui grandi temi dell’attualità: dignità e uguaglianza, libertà di espressione, lavoro come diritto e opportunità, pena come occasione di rieducazione, cultura e istruzione come strumenti di libertà. Tutto questo confluirà in un ciclo di podcast originali, registrati direttamente in carcere e destinati a circolare all’esterno, attraverso piattaforme digitali e percorsi educativi rivolti in particolare alle scuole e ai giovani.

«Il volontariato - spiega Annalisa Graziano - è un atto di cittadinanza che rigenera legami sociali. Portare la Costituzione in carcere e restituire alla società riflessioni autentiche significa riaffermare la dignità di ogni persona e il senso stesso della comunità. Dare voce alle persone detenute non è solo un gesto di apertura, ma un modo concreto per costruire un senso civico più solido e una responsabilità condivisa che riguarda tutti noi».

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