la novità
La birra Fovea prodotta col grano «Senatore Cappelli» interessa il mondo scientifico
Da Foggia è partito un modo rivoluzionario di fare birra che non imita la tradizione estera, ma inventa qualcosa di diverso
“Fovea”, la prima ed unica birra al mondo 100% malto di grano duro prodotta da Michele Solimando, è tra le trenta etichette che hanno segnato una tappa rilevante nella storia della birra artigianale italiana. A sostenerlo è Alessandra Agrestini (consulente birrario, docente, formatrice e giudice) nel suo libro fresco di stampa “Di cotte e di crude. 30 anni di birra artigianale italiana”, edito da Maggioli, che ripercorre le tappe fondamentali del movimento birrario italiano, raccontando i primi trenta anni della sua storia e segnalando trenta eccellenze brassicole italiane che hanno influenzato l’evoluzione del mercato.
In circa 200 pagine il volume, corredato da foto d’epoca e impreziosito dalla prefazione di Maurizio Maestrelli (premiato come “miglior giornalista di settore” nel 2006 da Unionbirrai), racconta la storia della birra - dai primi pionieri del settore al boom degli anni passati fino alla fase attuale - con importanti contributi di giornalisti, scrittori, esperti di birra e giudici di concorsi internazionali.
«Siamo davvero contenti, anzi direi orgogliosi, di essere stati inseriti in questa bellissima pubblicazione», afferma Michele Solimando, birraio e cofounder di Rebeers insieme al suo socio Giovanni Simeone, che aggiunge: «“Fovea” è stata la nostra grande scommessa, prima del 2019 non esisteva un solo esempio di birra 100% malto di grano duro e tuttora è l’unica al mondo di questa tipologia».
Da Foggia è partito, dunque, un modo rivoluzionario di fare birra che non imita la tradizione estera ma inventa qualcosa di diverso, attingendo alla storia del territorio e alla tradizione granaria del Tavoliere di Puglia.
«”Fovea” è l’antico nome della città di Foggia che deriva dalle fosse granarie, è un nome legato ai nostri luoghi. È una birra fortemente radicata al territorio, orgogliosa di dirsi foggiana, dall’anima dauna perché nasce dalla trasformazione di quella che è la nostra materia prima per eccellenza: il grano duro», spiega Solimando.
Anche l’etichetta della birra riprende lo stemma della città di Foggia, con tre birre al posto delle tre fiammelle.
Foggiano, figlio di cerealicoltori, Michele Solimando, birraio e fondatore di Rebeers, porta nel suo DNA i profumi della campagna e della raccolta dei cereali. Nel corso degli studi universitari, fino alla laurea in agraria con una tesi sul grano duro, Michele si appassionò anche alle produzioni birrarie casalinghe, che gli permisero di ritrovare alcuni profumi a cui era intimamente legato.
Dopo gli studi birrai specialistici, l’incontro con Luigi Serpe del birrificio Maltovivo, consulente e maestro per molti birrifici del Sud Italia. Nel 2014 le prime produzioni professionali, tra cui una blanche con l’utilizzo di grano duro, varietà Senatore Cappelli. Iniziarono in parallelo le prime sperimentazioni casalinghe di maltazione del grano duro. “Bianca della Daunia” si può considerare un passaggio intermedio, essendo prodotta con il 50% di malto d’orzo e il 50% di grano duro maltato; questa birra fu però propedeutica per Fovea, la prima birra al mondo con queste caratteristiche, che omaggiava il nome latino di Foggia, oltre a ricevere grandi consensi dagli addetti ai lavori e dall’ambiente di ricerca universitario come spiegato durante l’ultimo festival delle scienza di Foggia alla presenza di Vittorio Capozzi del CNR di Foggia, di Giuseppe Spano dell’Università di Foggia e di Pasquale De Vita del CREA Foggia (ex istituto sperimentale per la cerealicoltura del Ministero dell’agricoltura)..