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San Marco in Lamis, resti umani trovati in un pozzo: potrebbe trattarsi di un 27enne scomparso nel 2013

 
Redazione online

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San Marco in Lamis, resti umani trovati in un pozzo: potrebbe trattarsi di un 27enne scomparso nel 2013

Si pensa che possano appartenere ad Angelo Tricarico, di cui non si hanno notizie da 11 anni: resti presentano ferite compatibili con un oggetto contundente

Sabato 16 Marzo 2024, 08:05

11:37

SAN MARCO IN LAMIS - I carabinieri della Compagnia di San Giovanni Rotondo hanno avviato le indagini per risalire all’appartenenza di alcuni resti umani, compresa una scatola cranica, trovati all’interno di un pozzo a San Marco in Lamis.

Le prime ipotesi fanno ritenere verosimile che si possa trattare di Angelo Tricarico, all’epoca 27enne, scomparso nell’agosto del 2013 dal comune di San Nicandro Garganico, senza dare più notizie.

Non si esclude al momento alcuna ipotesi, anche se quella più accreditata è che la persona abbia subito un’aggressione, in considerazione dei segni evidenti di ferite da oggetto contundente scoperti sulle ossa.

Si presuppone che l’evento delittuoso possa essere avvenuto anche in un altro luogo rispetto a quello del ritrovamento dei resti, e che il corpo sia poi stato volutamente gettato in quello che in passato era un pozzo pieno d’acqua.

IL SINDACO DI SAN NICANDRO GARGANICO: SI CONFERMA LUPARA BIANCA

«Il ritrovamento dei resti umani riconducibili ad Angelo Tricarico ci dà purtroppo conferma di quello che tutti, fin dai giorni della scomparsa, avevano sospettato. Ovvero che ci si trovava di fronte ad un caso di lupara bianca». Lo ha detto il sindaco di San Nicandro Garganico, Matteo Vocale, dopo il ritrovamento dei resti di Angelo Tricarico scomparso nell’ agosto del 2013.
«Il ritrovamento fa riemergere il dolore di quei giorni - continua Vocale - E’ un’occasione per ricordarci che questo è stato un territorio che ha utilizzato la violenza per sistemare le cose. Ed è un’occasione che ci serve per comprendere che la violenza non può e non deve essere mai utilizzata. Ci auguriamo che, nonostante il lungo tempo trascorso, il o i responsabili del delitto siano assicurati alla giustizia».

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