Il caso

Sanitaservice Foggia, la Cassazione ripristina la condanna erariale dell’ex n. 1 Di Biase

Massimiliano Scagliarini

L'ex amministratore unico chiamato a pagare di tasca propria 480mila euro di spese pazze

L’attività delle Sanitaservice, «caratterizzata da un rapporto di servizio qualificato con l’ente pubblico», ricade sotto la giurisdizione della Corte dei conti perché si tratta senza ombra di dubbio di società in-house delle Asl. Lo hanno stabilito alcuni giorni fa le Sezioni unite civili della Cassazione. La conseguenza è l’annullamento della sentenza con cui a marzo 2023 la sezione centrale d’appello della giustizia contabile aveva fatto cadere la condanna al risarcimento pronunciata nel 2019 nei confronti dell’ex amministratore unico della Sanitaservice di Foggia, Antonio Di Biase, chiamato a pagare di tasca propria 480mila euro di spese pazze.

La pronuncia della Cassazione (presidente D’Ascola, relatore Giusti) segue al ricorso presentato dal sostituto procuratore generale presso la Corte dei conti, l’avvocato generale Renato Finocchi Ghersi, interessato a difendere la giurisdizione che in appello era venuta meno: almeno fino al 2017, avevano argomentato i giudici contabili, nello statuto della Sanitaservice mancavano i presupposti giuridici per considerarla società in-house secondo la definizione della Corte di giustizia europea. La Cassazione è stata di avviso diverso, ritenendo che invece la società vada considerata in-house fino dal giorno della costituzione: è «pacifico», scrivono, che la Asl è socio unico della Sanitaservice, che quest’ultima lavora per la Asl, e che può ritenersi esistente il «controllo analogo» della Asl «sulle linee strategiche e le scelte operative fondamentali della» Sanitaservice.

La conseguenza è che si torna alla sentenza con cui, sulla base delle indagini dell’allora vice-procuratore regionale Pierpaolo Grasso, era stato accertato che tra 2011 e 2016 Di Biase si era autoliquidato aumenti di stipendio, acconti illegittimi sul trattamento di fine mandato e 112mila euro per spese di rappresentanza «che per nulla risultano riconducibili alle finalità socio assistenziali» della Sanitaservice: sponsorizzazioni per squadre di calcio, pernottamenti in hotel di lusso, telefonino aziendale e uso a fini personali delle auto di servizio. Nei confronti dell’ex manager (che per gli stessi fatti è invece stato assolto in sede penale) era già stato eseguito un sequestro conservativo per una somma pari all’importo della condanna. A questo punto ci sarà dunque un nuovo giudizio di appello in sede contabile.

L’ordinanza delle Sezioni unite è però un monito anche per tutte le altre Asl, dove le Sanitaservice sono spesso un sistema opaco per accontentare i sindacati o per assumere persone vicine alla politica. La Procura regionale della Corte dei conti ha in piedi un fascicolo che riguarda proprio l’aspetto della gestione del personale: gli sprechi derivati da affidamenti di funzioni superiori e promozioni senza logica, che portano e continuano a portare aumenti ingiustificati di spese.

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