Crisi energetica «emergenza senza precedenti» per le famiglie foggiane e per le imprese. L'allarme lo lancia il presidente della Provincia, Nicola Gatta: «Un problema che rischia seriamente di compromettere la regolare erogazione dei servizi pubblici e di mettere in ginocchio il sistema economico provinciale, oltre a minare la tenuta sociale delle nostre comunità alla luce delle difficoltà delle fasce più deboli della popolazione».
Da qui la proposta: la Capitanata, provincia che produce oltre l'80% dell'energia rinnovabile (eolico e fotovoltaico) in Puglia, possibile che non abbia diritto a un ristoro a beneficio delle popolazioni, un po' come sta avviene per i cittadini lucani che usufruiscono dei benefici delle royalties dall'estrazione del petrolio in Val d'Agri?
«Per comprendere quanto sia grave la situazione - argomenta Gatta - basti pensare, ad esempio, che per la Provincia di Foggia i costi relativi alle spese energetiche, tra energia elettrica e gas, sono passati dai circa 3 milioni 400mila euro del 2021 ai circa 7 milioni 500mila euro stimati per il 2022. Costi – spiega il presidente dell'Ente di Palazzo Dogana – solo molto parzialmente compensati dagli aiuti del Governo, del tutto insufficienti rispetto alle esigenze reali».
«La Capitanata, da questo punto di vista, è una provincia leader in Italia e nel Mezzogiorno per la produzione di energia, innanzitutto da fonti rinnovabili – ricorda il presidente della Provincia –. Mentre si continua ad autorizzare l’insediamento di nuovi impianti sul territorio, però, non si vedono ancora i benefici concreti del sacrificio, in particolare sul piano ambientale, compiuto dalle nostre comunità». Da qui l'invito del presidente della Provincia alla Regione e al governo: «Occorre immediatamente una norma che restituisca alla nostra provincia una compensazione che produca un ristoro economico da destinare al sostegno di famiglie ed imprese ormai con l’acqua alla gola – dichiara Nicola Gatta –. Le royalties derivanti dalle attività estrattive e dalla produzione energetica da fonti rinnovabili devono essere assegnate alle aree che si fanno carico di ospitare gli impianti e le estrazioni».
«La strada da percorrere può essere quella tracciata dalla Regione Basilicata – evidenzia il presidente della Provincia – che ha approvato una legge attraverso cui è stato previsto, negoziando i termini della compensazione ambientale con le concessionarie degli impianti estrattivi di idrocarburi sul territorio, il rimborso della componente energia del prezzo del gas per le utenze domestiche dei propri residenti. La Capitanata, soprattutto in questa fase drammatica, non può più continuare ad essere una terra ricchissima nella produzione energetica – conclude Nicola Gatta – ma a cui, paradossalmente, continuano ad essere riconosciuti pochi spiccioli».
La Provincia non è nuova a questo genere di battaglie, qualche anno fa l'ente presieduto da Gatta chiese conto alla Regione dei finanziamenti erogati senza alcun vincolo ma che l'ente ottiene dalle royalties del gas metano estratto dal sottosuolo dei monti Dauni, una quota del 35% che viene utilizzata per far fronte alle opere più disparate ma non per i comuni foggiani che devono accontentarsi del 15% di quelle stesse royalties riconosciuti dalle società estrattive. Una richiesta che suscitò un dibattito e qlcune prese di posizione sul piano politico, ma che a tutt'oggi risulta ignorata dal governo regionale.