IL CASO FRATIANNI
Mafia, progettano di uccidere imprenditore di Foggia: ricorsi rigettati
Per la difesa di Francavilla, Consalvo, Sonnino e Ragno «progetto mai eseguito, non sussiste reato»
Il tribunale della libertà di Bari ha rigettato i ricorsi difensivi di Emiliano Francavilla, Giovanni Consalvo, Giuseppe Sonnino e Michele Ragno fermati il 22 luglio scorso perché accusati di voler uccidere l'imprenditore edile Antonio Fratianni in un agguato che doveva essere eseguito nel pressi del casello autostradale di Foggia e che fu sventato dalla Polizia.
Gli avvocati Claudio Caira e Antonello Genua sostengono che non ci sono indizi sufficienti e che il presunto progetto di omicidio non entrò mai nella fase esecutiva per cui il reato non sussiste. Secondo la DdA di Bari e la squadra mobile Fratianni doveva essere ucciso per non aver restituito ai Francavilla circa 600 mila euro proventi di attività illecite che doveva investire per conto del clan. Lo stesso Fratianni è detenuto dallo scorso 2 agosto in quanto accusato del duplice tentato omicidio di Antontello Francavilla (fratello di Emiliano e come lui al vertice dell’omonimo clan) e del figlio minorenne avvenuto il 2 marzo scorso a Nettuno, in provincia di Roma, nell’abitazione dove il capo clan era detenuto agli arresti domiciliari per estorsione.