IL DISSERVIZIO
Gli operatori sanitari pendolari per Foggia stivati sui bus come su «carri-bestiame»
Cinquanta seduti, gli altri in piedi. Ora forse un altro mezzo sulla tratta congestionata Monte Sant'Angelo-Policlinico
FOGGIA - Il «mucchio selvaggio» di operatori sanitari e studenti che si registra puntualmente almeno due volte al giorno sui pullman di linea da Monte Sant'Angelo con fermata a Manfredonia diretti al policlinico di Foggia (e viceversa) potrebbe essere un ricordo a partire dal 2 maggio. Non ci sono ancora notizie ufficiali, ma ieri tra i lavoratori trapelava la voce dell'impiego di un secondo autobus su quella tratta che potrebbe essere deciso dalla Prefettura per scongiurare, oltre al disagio dei passeggeri, anche il rischio di nuovi focolai pandemici dal momento che il Covid continua liberamente a circolare nella nostra provincia come dimostrano i circa seicento contagi al giorno.
La denuncia dei lavoratori è stata lanciata circa un mese fa dal sito della Gazzetta con immagini e un video abbastanza eloquente girato dagli stessi operatori. Nelle immagini (che pubblichiamo in pagina) il pullman è pieno come un uovo, i mezzi della Sita (ma la corsa viene esercitata da Metauro) possono viaggiare come da regolamento con cinquanta passeggeri regolarmente seduti e ventisette in piedi. L'assembramento degli utenti però non è soltanto un rischio, dal momento che accade abitualmente che i passeggeri si accalchino sul bus sia alle ore 6 del mattino, orario in cui è prevista la corsa per raggiungere in tempo il luogo di lavoro, sia alle ore 14 quando i lavoratori devono risalire sull'autobus per viaggiare in quelle condizioni peraltro dopo la stanchezza di una giornata di lavoro.
Nelle ultime settimane - secondo quanto riferiscono i passeggeri - il pullman appare un po' meno congestionato dal momento che gli studenti che erano soliti salire sulla corsa delle 6 del mattino hanno deciso di optare per l'altro pullman delle ore 8 (partenza da Manfredonia), accumulando due ore di ritardo sul programma della giornata ma evitando in tal modo di partecipare a quella calca sovrumana e indecente per un paese civile. Altri lavoratori, inoltre, hanno deciso di recarsi a Foggia in auto magari condividendo il costo della benzina con altri occupanti che devono raggiungere lo stesso luogo di lavoro.
«Abbiamo fatto ricorso un po' a tutte le soluzioni possibili per sottrarci a una situazione incresciosa e inaudita, pur di raggiungere il nostro luogo di lavoro», spiega un'infermiera che lavora al policlinico. «Non riusciamo a capire come le autorità possano obbligarci a viaggiare in queste condizioni, quasi fossimo in un carro-buoi. Ben venga oggi l'intervento del prefetto, ma a oltre un mese di distanza dalla denuncia. È inaudito tutto ciò».