Il caso

Foggia, inquilini nella morsa degli sfratti: il 60% non paga l'affitto

Massimo Levantaci

Sos dei sindacati al prefetto Esposito: «Intere famiglie a rischio, bisogna intervenire»

FOGGIA - Gli inquilini che non pagano l'affitto a Foggia e in provincia, secondo i sindacati, sfiora il 60%. Una percentuale altissima, una bolla acuita dalla crisi pandemica e che rischia di scoppiare ora che l'emergenza per decreto finirà, il prossimo 31 marzo. I sindacati degli inquilini Sunia, Sicet e Uniat hanno promosso ieri una manifestazione nazionale, ma in ogni provincia ci sono state azioni delle organizzazioni locali affinchè il problema venga affrontato con interventi decisivi. «Ci sono persone che non possono pagare l'affitto perchè hanno perso il lavoro», rilevano le sigle che hanno chiesto un incontro con il prefetto Carmine Esposito al fine di mettere a fuoco le situazioni più critiche in Capitanata.

I sindacati sono allarmati dai «pesanti riflessi dell'emergenza sanitaria, dalla ripresa generalizzata delle esecuzioni degli sfratti per morosità incolpevole - viene rilevato in una nota - dalle decine di migliaia di esecuzioni immobiliari sulla prima casa, dalla forte incidenza sui costi dell’abitazione, già proibitivi, dei rincari dal 60 al 100% delle utenze domestiche e sugli oneri condominiali per i servizi legati al consumo energetico, oltre al dato di ripresa dell’inflazione stimato dal 4 al 6 %».


Le organizzazioni degli inquilini di Cgil, Cisl e Uil chiedono un «incontro urgente al Prefetto di Foggia inerente le specificità e le criticità del comparto nel capoluogo e in tutta la Capitanata». I sindacati sollecitano misure a sostegno delle famiglie che non possono permettersi di fronteggiare l'ondata di costi. Come? Attraverso un «adeguato rifinanziamento dei Fondi per il sostegno all’affitto e per la morosità incolpevole - osservano - pari ad almeno 250 milioni di euro (a livello nazionale: ndr), per intervenire sulla ripresa delle esecuzioni degli sfratti per morosità incolpevole e sul crescente disagio delle famiglie in locazione e applicare coerentemente quanto previsto anche dalla normativa vigente (ad esempio, la legge 124 del 2013)».

I dati rilevati dall'Istat sull'aumento della povertà assoluta nel 2020 (un incremento che corrisponde al 43% del totale delle famiglie in povertà assoluta), confermano la gravità dell'emergenza abitativa nel nostro Paese. «Una condizione di acuta sofferenza sociale - sottolineano i sindacati - anche dovuta all'assenza di strumenti e risorse da parte dei Comuni per far fronte all'emergenza, con misure di accompagnamento sociale che consentano il passaggio da casa a casa. I provvedimenti adottati - aggiungono - non danno la necessaria centralità all’obiettivo di uno strutturale piano pluriennale di edilizia residenziale pubblica e sociale per avviare e consolidare una politica abitativa di lungo respiro, volta ad aumentare l’offerta di alloggi pubblici e a canoni sostenibili per le precarie condizioni reddituali delle famiglie che non trovano soddisfacimento dall’attuale mercato, compreso quanto proposto in ambito di Housing sociale. Inoltre, nella legge di Bilancio 2022 - puntualizzano le sigle - che ha deluso tutte le aspettative in materia di misure di politica abitativa urgenti e indifferibili, manca un'indicazione specifica sul rifinanziamento del fondo di sostegno all’affitto e del fondo per la morosità incolpevole».

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