pubblica amministrazione

Foggia, uffici del Comune senza personale: a rischio fondi Ue

Massimo Levantaci

La Funzione pubblica della Cgil di Foggia l'ancia l'allarme: «Rischiamo di perdere i finanziamenti del Recovery fund senza strutture all’altezza»

FOGGIA - Uffici comunali «ai minimi termini», non c’è personale ormai da troppo tempo e quel che resta va via con gli incentivi di «quota 100» e il naturale corso dei pensionamenti non adeguatamente rimpiazzati. A lanciare l’allarme la Funzione pubblica della Cgil di Foggia, preoccupata soprattutto per le conseguenze che si potrebbero avere già nei prossimi mesi quando i Comuni si ritroveranno a gestire gli ingenti finanziamenti del «Recovery fund» senza averne le strutture, probabilmente le competenze e con un parco di impiegati ormai largamente sguarnito.

«Ci appelliamo ai sindaci in carica e alle persone che si stanno candidando a diventare primi cittadini delle loro comunità - afferma Mario La Vecchia, segretario della Fp Cgil foggiana - affinchè si impegnino nei prossimi atti delle loro amministrazioni comunali a potenziare gli uffici, rafforzando le competenze e le risorse umane a disposizione delle strutture. Occorre una riorganizzazione intelligente e concertata della macchina burocratico-amministrativa - aggiunge il sindacalista - perchè per affrontare le misure europee ed i bandi dei prossimi anni occorrerà soprattutto dotarsi di professionisti capaci, esperti di norme comunitarie e che sappiano dialogare con la burocrazia europea oltre che con la Pubblica amministrazione».

Una risposta indirettamente è già arrivata dal Comune di Foggia che ha presentato un piano assunzioni per 75 nuove unità in allegato al documento di bilancio. La Provincia, altro grande ente messo in crisi d’identità da una riforma mal congegnata, si ritrova con competenze in crescendo e personale ridotto al lumicino (un altro dirigente è andato in pensione alcuni giorni fa). Gli altri Comuni sono tutti alle prese con una progressiva riduzione del personale e il quadro è simile, variamente tragico, in quasi tutte le realtà locali.

«Denunciamo una carenza enorme di assistenti sociali - afferma La Vecchia - proprio ora che servizio di welfare e di protezione dalla crisi economica delle famiglie richiede una rete di sostegno del pubblico sempre più capillare. I Comuni rispondono sempre con maggiore fatica ai bisogni della gente, non si assumono più psicologi da quasi quarant’anni.

Ci sono poi i problemi derivanti dal campanile, da quelle amministrazioni che pur di non aggregarsi con quelle a loro vicine rinunciano a condividere uffici basilari. Penso alle aggregazioni che potrebbero nascere a livello territoriale soprattutto nei Monti dauni tra realtà omogenee, sulla stessa macchina amministrativa potrebbero poggiare ad esempio comuni come Pietramontecorvino, Casalnuovo Moterotaro, Casalvecchio di Puglia e Castelnuovo della Daunia comuni a pochi chilometri di distanza, oppure fra Celle San Vito, Castelluccio Valmaggiore e Faeto, agglomerati ormai con poche centinaia di residenti e, ancora, Celenza Valfortore, Carlantino e San Marco la Catola e l’elenco potrebbe continuare. Ci sono le leggi che incentivano queste forme di aggregazione - aggiunge il sindacalista della Fp Cgil - ma la politica è distratta dall’ordinario, non c’è visione sui problemi e poi specie nei piccoli comuni si difende ancora il proprio orticello anche perchè ci sono i servizi di consulenza a cui rivolgersi che drenano denaro pubblico che potrebbe essere impiegato in modo diverso».

Il sindacato ha proposto ai sindaci la firma di protocolli d’intesa perchè s’impegnino a rinforzare la macchina burocratica in vista della prevedibile ondata di progetti cui saranno chiamati a pronunciarsi i Comuni. «I soldi del Recovery fund dovranno essere utilizzati in modo trasparente, efficace e tempestivo. Senza una macchina burocratica preparata e in forze, i Comuni non riusciranno a gestire le incombenze derivanti da procedure, tempi definiti, protocolli digitali».

Privacy Policy Cookie Policy