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Come cambieranno i consumi post-pandemia? Parla Antonio Sarni

 
Massimo Levantaci

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Massimo Levantaci

Come cambieranno i consumi post-pandemia? Parla Antonio Sarni

La parola all'imprenditore re del colosso della ristorazione sulle autostrade

Sabato 18 Aprile 2020, 11:35

Centri commerciali e gallerie difficilmente entreranno nella fase 2. Abbiamo chiesto ad Antonio Sarni, imprenditore a capo del colosso Finsud (centri e parchi commerciali, con un importante asset nella ristorazione sulle autostrade), quali conseguenze avrà l’emergenza sanitaria sulle attività commerciali? «Se lo Stato non interviene con misure tangibili e immediate rischiamo di ritrovarci alla riapertura degli esercizi, non so quando, con l’80% di imprese in meno specie al Sud».

Si riferisce alle attività meno strutturate a resistere?
«È un problema più generale. Si è interrotta la filiera del consumo, le famiglie non escono, i negozi non vendono, nessuno paga più i fornitori. A monte ci rimette anche lo Stato, cioè tutti noi».

La gente può andare nei supermercati e poco altro, però i consumi tengono.
«Dice? C’è la coda perchè le entrate adesso sono contingentate. Ma i consumi, glielo posso assicurare, sono inferiori a quelli dello stesso periodo di un anno fa. Questa crisi cambierà anche le nostre abitudini».

Quali, ad esempio?
«Non sono poche le famiglie tornate a fare il pane e la pasta in casa. Lo capisco, è anche questo un modo per reagire alla clausura. Quanti ci prenderanno gusto?».

Con le stazioni di servizio non va meglio.
«Ci obbligano a restare aperti, ma quello che incassiamo non serve nemmeno per pagare la luce. Sarebbe stato più giusto chiudere una stazione ogni due. Sono cose semplici, possibile che nessuno ci abbia pensato?».

Avete però in cassa integrazione la metà dei dipendenti.
«Abbiamo la metà dei lavoratori della ristorazione in cassa integrazione (900 su 1800: ndr), ma continuiamo a pagare mutui e affitti. Non chiediamo di non pagare, ma di posticipare le rate».

Le banche sono pronte ad aprire.
«Le banche? Provate a chiedere quanto serve per dilazionare un pagamento e poi ne riparliamo».

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