Il sindaco di Serracapriola, Giuseppe D'Onofrio, è stato arrestato e messo ai domiciliari con le accuse di tentata concussione, concussione e abuso d'ufficio sulla base di una ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip di Foggia nell'ambito di una indagine su un sistema illecito di compravendita di loculi al cimitero. E' indagato anche un imprenditore accusato di truffa aggravata e continuata che è stato sottoposto all'obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. Nelle stesse indagini due figure apicali dell'Amministrazione comunale risultano indagate. Il sindaco D'Onofrio, in carica dal 2016, è accusato anche di aver costretto, minacciandolo di licenziamento o di non corrispondergli indennità dovute, il Comandante della Polizia Locale ad ottenere dai carabinieri informazioni coperte da segreto investigativo, su acquisizioni documentali disposte dal P.M. presso il Comune. Avrebbe anche costretto un cittadino, destinatario di una contestazione di abusivismo edilizio, a revocare il mandato dato al proprio tecnico di fiducia e rivolgersi ad un professionista di sua fiducia.
LA SOSPENSIONE - Il Prefetto di Foggia, Raffaele Grassi, ha sospeso dalla carica di sindaco del comune di Serracapriola, Giuseppe D’Onofrio, 55 anni, agli arresti domiciliari da ieri con l’accusa di tentata concussione, concussione e abuso d’ufficio. Lo rende noto la stessa Prefettura. D’Onofrio era stato eletto a giugno 2016 nella lista civica «Insieme per Serracapriola». D’Onofrio comparirà lunedì prossimo davanti al Gip del Tribunale di Foggia, Domenico Zeno, per l’interrogatorio di garanzia
«Risponderemo a tutto, noi non intendiamo sottrarci a niente», ha detto il difensore, Mercurio Galasso che ha parlato di «false incolpazioni» e «calunnia». Tra le accuse al sindaco, c'è quella di avere costretto, anche sotto la minaccia del licenziamento, il comandante della Polizia Locale ad ottenere dai carabinieri informazioni coperte da segreto investigativo, inerenti alle acquisizioni documentali disposte dal P.M. presso il Comune. «La mattina della perquisizione in Comune il primo ad essere stato contattato dai carabinieri è stato proprio il sindaco - ha precisato il legale - quindi era a conoscenza sia della stessa perquisizione che della relativa acquisizione di documentazione da parte dei militari dell’Arma. Non aveva bisogno di chiedere a nessuno informazioni. Noi ci difenderemo provando, perché non abbiamo nulla da nascondere». «Il sindaco - conclude Mercurio Galasso - resta e resterà il sindaco finché lo vorranno i cittadini in sede elettorale».