Cieli aperti

Foggia, droni a go-go Amendola vuole più sicurezza

Massimo Levantaci

Lo stormo vuol governare l’uso indiscriminato degli oggetti volanti anche con i fucilieri

FOGGIA - L’università del volo ha lasciato il posto al centro di eccellenza dei velivoli senza pilota. Ad Amendola volano i Predator che sono delle dimensioni di un aereo vero e proprio, manca solo il pilota. E da un po’ si fa scuola anche sui droni, oggetti volanti dagli impieghi più disparati: nell’agricoltura, in edilizia, nello spettacolo, in eventi vari (matrimoni ad esempio). Tantissimi gli appassionati, molti quelli che si improvvisano, la cronaca segnala anche utilizzi poco ortodossi: qualcuno pensò un anno fa di servirsi di uno di questi aggeggi per portare droga e armi nel carcere di Taranto. E nel gennaio scorso i voli dell’hub internazionale di Heathrow a Londra rimasero a terra per diverse ore a causa di un oggetto volante non identificato.
Eccessiva forse la deregulation sull’impiego di questi oggetti di piccolissime dimensioni, un pericolo in agguato. Al punto che l’Aeronautica sta pensando di impiegare i fucilieri del 16° stormo e si sta valutando come intervenire per scoraggiare impieghi non consentiti.

Ma i droni sono soprattutto libertà e scoperta. Si moltiplicano le riprese dall’alto, i cittadini grazie alle immagini panoramiche pubblicate sui social hanno imparato a conoscere porzioni del proprio territorio e delle proprie città mai viste prima. Una vera rivoluzione nel mondo dell’immagine e della comunicazione che il Centro di eccellenza per aeromobili a pilotaggio remoto di Amendola prova a governare dall’alto delle sue competenze. Si è infatti appena concluso il 21° corso per operatori a pilotaggio remoto di classe mini e micro, di peso inferiore ai 20 chilogrammi, per l’addestramento teorico e pratico e l’uso in sicurezza della conduzione degli “Apr” volgarmente detti, appunto, “Droni”. Al corso erano iscritti 17 partecipanti espressione delle forze armate più altri tredici di altri Corpi dello Stato (Guardia di Finanza, Capitanerie di Porto, Vigili del Fuoco). Durante le lezioni teorico-pratiche sono state fornite agli allievi istruzioni per pilotare un aereo a pilotaggio remoto in tutta sicurezza. «Il corso è diventato un punto di riferimento per Carabinieri e Guardia di finanza - spiega alla Gazzetta il colonnello Andrea Esposito, responsabile del Centro di eccellenza velivoli senza pilota del Trentaduesimo stormo di Amendola - forniamo loro un addestramento basico e tutti gli elementi per muoversi in sicurezza. Sono mezzi molto efficaci, di grande manegevolezza, non occorre un livello di conoscenza eccelso per poterli guidare, almeno gli Aprm fino ai 20 chili, ma naturalmente bisogna avere una buona capacità addestrativa e soprattutto saper guidare questi mezzi in completa sicurezza».

L’impiego dei velivoli senza pilota, sin dal primo avvento (una quindicina di anni fa), è stato centrato esclusivamente sull’impiego per scopi militari, un po’ come accaduto per le comunicazioni via Internet divenute di dominio pubblico dopo decenni di trasmissioni militari in rete. Ad Amendola opera il 28° gruppo per l’addestramento sui velivoli senza pilota, quelli usati per le missioni militari in giro per il mondo negli scenari in cui l’Italia è impegnata. Ma a seguito dell’utilizzo sempre più diffuso anche in campo civile di questi aggeggi anche molto piccoli, si è ormai affermata la natura “duale” dell’impiego dei droni sia in campo militare che civile, segmento che va disciplinato.

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