L'analisi

L'autonomia al Nord? Nulla si muova senza i diritti del Sud

Lino Patruno

Con Conan Doyle si potrebbe dire: «Elementare, Watson». Ma non lo è. Nella legge di bilancio in discussione (fra l’orgia degli emendamenti-mancia) si parla di Lep. Ma non si indica né qual è lo stanziamento per rispettarli né da dove verrebbe

Dice: ma quelle che il ministro Calderoli sta andando a firmare in questi giorni in Lombardia, Veneto, Piemonte e Liguria sull’autonomia differenziata sono solo pre-intese. Insomma quel «pre» garantirebbe contro l’eventuale colpo di mano. Non si dimentica però che proprio con pre-intese, il 28 febbraio 2018, il governo di Gentiloni (centrosinistra) avviò questa autonomia che solo sei anni dopo doveva naufragare sugli scogli della Corte Costituzionale. Si era a quattro giorni dalle elezioni, che si tradussero in una sonora sconfitta per il centrosinistra. Come mossa elettorale può passare anche questa di Calderoli, visto che domenica si vota in Veneto (appunto), Campania e Puglia. Il fatto è che se quel «pre» non contiene molte cose, molte altre le contiene.

Tanto per cominciare c’era l’impegno (in verità sempre volatile) del governo a non fare nulla che non avesse coinvolto nello stesso momento anche il Sud. Impegno rispettato, è la risposta: non sono solo pre-intese? Riguardano poi materie in cui si dice alle Regioni interessate: fate da voi e con i vostri mezzi senza che lo Stato intervenga in nulla. Sono protezione civile, professioni, previdenza complementare e integrativa, sanità (solo per la sua organizzazione). Non dovrebbero avere ripercussioni sul resto del Paese (e quindi sull’unità del Paese). Ma metti, per dirne una, che queste Regioni decidano di pagare di più i medici visto che non ci sarebbe più un contratto nazionale: che potrebbe succedere? Che parte dei medici accorrerebbero lì, lasciando scoperte le loro regioni. Stessa cosa se queste stesse Regioni assicurassero una previdenza complementare e integrativa più benevola (e attrattiva).

Insomma anche la «pre» autonomia continuerebbe a dare di più, anzi ancora più, a chi già più ha. Il rimedio è ciò che la Corte Costituzionale ha posto come condizione anche se di autonomia si parlasse fra quattro amici al bar. Nulla si muove se non vengono calcolati prima i Lep (Livelli essenziali di prestazione). Tradotto: i bisogni delle regioni e dei loro abitanti. Perché in base a questi bisogni lo Stato interverrebbe riequilibrando quelle «spesa storica» che è la più grande trovata della dis-unità italiana.

Spesa storica vuol dire che da noi si è sempre dato di più a una parte del Paese e meno all’altra. E siccome storicamente così si è sempre fatto, vuoi tu contraddire la storia? Il di più e il di meno sono servizi e infrastrutture, che in termini fisiologici equivalgono a cuore e polmoni. Servizi e infrastrutture non sono appunto «varie & eventuali», ma sono la qualità della vita delle persone, venti milioni al Sud. Qualità della vita più precaria al Sud come le classifiche di fine anno certificano, e come appunto hanno cominciato anche stavolta a fare più puntuali di un treno svizzero. E di fronte alle quali il Sud deve smetterla di vergognarsi con la coda fra le gambe come se fosse sua responsabilità o minorità. Mentre lo Stato dovrebbe chiedergli scusa per avere violato continuamente la Costituzione ai suoi danni. Dove dice che non deve esserci differenza di trattamento in base al luogo in cui sei nato.

La differenza è dovuta appunto alla «spesa storica» squilibrata e ingiusta. Ciò che lo stesso Calderoli ha ammesso (e comunque è certificato dallo stesso Stato con i suoi Conti pubblici territoriali, cioè la spesa pubblica nei territori). Che sia stata sempre a danno del Sud, non è avvenuto solo perché il Sud è sempre stato considerato diversamente italiano. Ma anche perché non sono stati mai calcolati i bisogni del Sud: quanti ospedali sono necessari, quante scuole, quanti bus e treni locali, quanta assistenza ad anziani e disabili. E così via. I Lep, il loro livello. Ma anche Livelli essenziali di prestazione, cioè di «prestazione», di spesa dello Stato. Spesa maggiore all’attuale, spesa non più «storica» ai danni del Sud.

Con Conan Doyle si potrebbe dire: «Elementare, Watson». Ma non lo è. Nella legge di bilancio in discussione (fra l’orgia degli emendamenti-mancia) si parla di Lep. Ma non si indica né qual è lo stanziamento per rispettarli né da dove verrebbe. Facendo temere qualcosa tipo: ti do ragione, ma non c’è un euro. O, peggio: ciò che hai avuto finora è sufficiente per te. In questo scenario, cosa farebbe l’autonomia rafforzata? Non solo confermerebbe per le Regioni del Nord il privilegio della «spesa storica», ma gli darebbe ancora di più. Lo spauracchio non è l’autonomia, ma la furbata che nasconderebbe. Per il Sud uno schiaffo che è peggio di una coltellata. Ecco come si teme di leggere le «pre-intese» di Calderoli. Non compromesso, ma compromissione.

Privacy Policy Cookie Policy