L'analisi

Andare o disertare i referendum? Mai sottrarsi alla dignità del lavoro

Francesco Nicola Maria Petricone

Sì, no. Forse. E ancora: sì, sì, no, sì, no. Pochi giorni alla tornata referendaria, mai così densa di suspence. Vado, sto a casa, mi affaccio, indietreggio? La maggior parte dei quesiti referendari riguardano il tema più importante: la dignità del lavoro

Sì, no. Forse. E ancora: sì, sì, no, sì, no. Pochi giorni alla tornata referendaria, mai così densa di suspence. Vado, sto a casa, mi affaccio, indietreggio? La maggior parte dei quesiti referendari riguardano il tema più importante: la dignità del lavoro.

E proprio così, Dignità del lavoro e civiltà digitale, si intitola una delle ultime pubblicazioni dell’Accademia Nazionale dei Lincei, edita dalla storica Bardi Edizioni. A cura del collega Stefano Bellomo e della collega Orsola Razzolini, raccoglie gli atti del Convegno omonimo svolto a Roma, qualche mese fa. Niente di più attuale e utile, oggi, per districarsi nei meandri di intricati e tortuosi ragionamenti giuridici e non solo che ci attendono i prossimi 8 e 9 giugno. Accompagnati per mano dai (nostri) più illustri Maestri. L’occasione per salutare affettuosamente il padre del diritto del lavoro in Italia, Giuseppe Santoro-Passerelli, già presidente della Commissione di garanzia dell’attuazione della legge sullo sciopero nei servizi pubblici essenziali, scomparso proprio ad un mese da quell’ultimo convegno al quale partecipò a Roma, gli atti del quale raccolgono nel volume anche il suo intervento.

Quella passione per la ricerca, la curiosità e la sensibilità nei confronti della realtà sociale e dei suoi mutamenti si trovano nelle relazioni delle colonne portanti e più importanti del diritto italiano. A cominciare da Natalino Irti, al quale ci lega un affetto personale derivante non solo dalla comune origine geografica, a Roberto Antonelli, il presidente dell’Accademia Nazionale dei Lincei. I Lincei, questi sconosciuti. «Quando io sono entrato all’Accademia dei Lincei, molti anni fa, la prima domanda che mi rivolgevano i non Lincei era: che fanno i Lincei?» scrive Antonelli nei suoi indirizzi di saluto.

Oggi l’Accademia si sa cosa fa. Oltre ai pareri scientifici previsti dallo Statuto si adopera per divulgare quelle stesse autorevoli opinioni nelle istituzioni della Repubblica e nella società italiana e non solo. Si basa sui fatti, sulle ricerche, sulle indagini che proprio dal territorio partono e via via penetrano nelle sedi decisionali più alte e autorevoli, per lasciare che il seme del dubbio germogli e produca i suoi frutti. Così è stato per le grandi emergenze del Covid e della Xilella, per esempio. Così è per questa importante ricerca su lavoro e mondo digitale oggi in Italia che esce alla vigilia del referendum.

E senza voler svelare il gran finale di questa importante pubblicazione che si legge agevolmente con facilità, grazie anche allo stile adottato della raccolta di atti, una cosa emerge subito chiara. Il diritto del lavoro non può abbandonare i propri valori fondanti, primo fra tutti quello della dignità per un riequilibrio effettivo tra parti economicamente, socialmente e giuridicamente che esistono e operano su piani diversi. Parola di Pietro Rescigno, classe 1928. Grazie dunque all’Accademia dei Lincei e a Bardi Edizioni per questa pubblicazione di poco più di 250 pagine, per 30 euro, che arriva al momento giusto a fugare dubbi che potranno assalire qualcuno in vista di domenica e lunedì prossimi. Vado, non vado, sì, no, forse…

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