La riflessione
L’autonomia? Fa chiarezza: il divario Nord-Sud deve aumentare per legge
Da ora per legge tu che sei nato e vivi al Sud non solo devi stare peggio economicamente. Ma non devi neanche avere diritti come gli altri. Alcuni territori dovranno essere più ricchi, anzi per legge lo devono diventare sempre più
Così la finiamo una volta per tutte con questa storia del divario fra Nord e Sud, questo divario che si deve colmare eccetera eccetera. Ora il divario non solo non si deve più colmare. Ma anzi deve aumentare. E deve aumentare per legge. Ci voleva un po’ di chiarezza in questa Italia zeppa di confusione, vivaddio. Da ora per legge tu che sei nato e vivi al Sud non solo devi stare peggio economicamente. Ma non devi neanche avere diritti come gli altri. Alcuni territori dovranno essere più ricchi, anzi per legge lo devono diventare sempre più. E per legge dovranno avere servizi migliori degli altri, dalla scuola alla sanità a tutto il resto. E per legge dovranno avere più infrastrutture, dalle strade, ai treni, ai bus urbani a tutto il resto. Finalmente, basta con questo equivoco per cui in una stessa nazione chi è nato al Sud deve avere la pretesa di essere come chi è nato al Nord.
Bisogna ringraziare l’appena approvato disegno di legge sull’Autonomia differenziata di avere stroncato una volta per tutte la presunzione del Sud di non voler essere da meno del Nord. La presunzione dei meridionali, ma pensa un po’, di poter avere lo stesso conto in banca dei settentrionali. La presunzione di poter essere curati, di poter andare a scuola, di poter viaggiare come i settentrionali. Come se le persone di colore fossero allo stesso livello delle bianche, ma per carità. Questo Sud deve capire che, se sei Sud, sei nato e devi vivere con diseguaglianza rispetto agli altri. E soprattutto devi finirla di pretendere la cosa più assurda, pretendere che questa diseguaglianza sia eliminata. Come se nascere in un posto sia la stessa cosa che nascere in un altro, ma quando mai.
Visto che al Sud continuavano a illudersi e qualche volta addirittura a protestare, si è dovuto fare la voce grossa in Senato: c’è uno ius soli, una colonizzazione di nascita e di geografia, per cui in Italia non possiamo e non dobbiamo essere tutti uguali. Ora, per dire, una Puglia o una Basilicata continueranno non solo a non essere uguali a una Lombardia, a un Veneto, a una Emilia Romagna, arroganza sacrilega. Ma pugliesi e lucani dovranno sempre più impoverirsi, e non curarsi, e non istruirsi, per finanziare a spese loro il sacrosanto diritto di lombardi, veneti, emiliani di arricchirsi, di curarsi, di istruirsi sempre meglio. Essendo inferiori in base al voto di maggioranza in Senato, dovranno essere inferiori anche nella vita di ogni giorno.
Ma pensate quanta ulteriore ricchezza questi meridionali hanno sottratto, anzi non hanno ceduto, a quei poveretti di ricchi delle tre Regioni in autonomia rafforzata ritardando una legge che doveva partire dal 2018. Fra i 6 e i 9 miliardi, una rapina. Proprio quanto da ora in poi dovranno cedere anno dopo anno a quei superiori dell’Italia maggiore. Perché è vero che Lombardia, Veneto ed Emilia potranno trattenere le loro tasse in base al merito divino di essere già ora più ricche. Ma grazie a quelle tasse non più versate allo Stato, lo Stato non potrà (anzi non dovrà) dare al Sud neanche la miseria che dava ora, da dove prende più per Bari e Potenza i soldi rimasti confiscati a Milano, Venezia e Bologna? Perché nel rispetto della legge, i poveri devono dare ai ricchi.
Però per onestà bisogna anche dire che per il Sud ci saranno i Lep. Insomma, si è pensato anche al Sud che osa lamentarsi nonostante il privilegio evangelico di accentuare il benessere altrui. Dite che avete pochi diritti? Va bene, ve li calcoliamo, così la finite. Ma perché, non sono stati mai calcolati? Certo, se no come avevate il divario che vi spetta? E finitela con questa storia che dovevano essere calcolati prima dell’Autonomia come se foste allo stesso livello. Ci vorrà un anno, forse due, ma intanto l’Autonomia va avanti perché basta con questa persecuzione di chi vuole mettersi alla pari. Basta con questo arbitrio di vedersi applicata la Costituzione secondo la quale non ci devono essere differenze. Così tanto finora violata nella sua promessa di solidarietà, che proprio ora dovrebbe essere applicata?
Ci saranno i Lep, soprattutto i pugliesi ringrazino padre Pio. Ma lo ringrazino anche tutti gli altri terroni. Però, sia chiaro, così evitiamo equivoci: certamente risulterà che i vostri diritti non sono mai stati rispettati. Mai rispettati fino al punto che per rispettarli ci vorranno quasi 100 miliardi l’anno, esattamente quanto finora vi è stato tolto. Ma non c’è un euro, accontentatevi del calcolo. È già troppo che nella nuova Italia da spaccare qualcuno vi tenga buoni e sottomessi dicendovi quanto è stato fatto finora per il divario. Ma siccome deve diventare definitivo e intoccabile per legge, si rispetti la legge e basta. Oppure davvero non avete capito niente di ciò che è successo il giorno del Signore di martedì 23 gennaio 2024.
PS. Non un solo senatore meridionale ha votato contro. Si pensa a un referendum abrogativo, forse, sarebbe come cercare di acchiappare i buoi da tempo scappati.