LO STUDIO

Coniugi con diversa residenza, ok alla doppia esenzione Imu e c’è la possibilità di rimborso

Giuseppe Durante

La questione è stata chiarita dalla Corte Costituzionale con la Sentenza n°209/2022 del 13 ottobre 2022

È stata finalmente chiarita l’annosa questione riferita all’IMU per i coniugi con diversa residenza anagrafica. Per anni nelle casistiche in cui per diverse ragioni i coniugi risultavano residenti in due distinte unità immobiliari di proprietà, pur essendo le stesse destinate ad abitazione principale in entrambi i casi, per una delle due unità immobiliari i Comuni hanno potuto legittimamente richiedere il pagamento dell’IMU, riconoscendo l’esenzione dal pagamento del tributo solo per una. È stata questa una circostanza non infrequente che ha alimentato non poco contenzioso tributario che quasi sempre ha visto soccombere in giudizio il contribuente, anche in considerazione di una giurisprudenza di Cassazione abbastanza ferma sul punto; ossia, la possibilità di potersi portare in esenzione IMU solo una delle due unità immobiliari dovendo l’altra scontare il pagamento dell’imposta. La questione tuttavia è stata chiarita dalla Corte Costituzionale con la Sentenza n°209/2022 del 13 ottobre 2022 in concomitanza della quale la Suprema Corte ha finalmente definito l’annosa questione della doppia esenzione IMU in presenza dei requisiti senza discriminazione tra coppie. Ma, ciò che rende ancora più interessante la pronuncia dei giudici costituzionali è la possibilità offerta ai contribuenti interessati dalla casistica in oggetto di poter richiedere il rimborso dell’IMU versata (negli ultimi cinque anni) per una delle due abitazioni e non più dovuta.

In pratica la Corte costituzionale ha chiarito che il legislatore deve assicurare lo stesso trattamento alle coppie sposate ed a quelle che hanno costituito un’unione civile rispetto a coloro che hanno scelto un rapporto di convivenza. Pertanto, non era più ammissibile che le coppie che avevano formalizzato il loro rapporto fossero penalizzate.

Pertanto, saranno esentati dal pagamento dell’IMU i coniugi che per diverse ragioni hanno fissato la loro residenza e la loro dimora in due luoghi diversi come già avviene per i conviventi di fatto. La Corte Costituzionale è pervenuta a questo chiarimento dichiarando incostituzionali le disposizioni di legge che in passato, ed anche con l’ultimo intervento normativo avevano limitato l’agevolazione fiscale ad un solo immobile. In altre parole anche i coniugi che hanno residenze anagrafiche diverse riconducibili a due distinte unità immobiliari entrambe destinate ad abitazione principale possono fruire due volte del beneficio fiscale in termini di esenzione IMU.

In particolare, l’intervento della Suprema Corte ha abrogato l’art. 5 decies del Dl n.146 del 2021 che in sede di conversione in legge ha modificato l’art. 1 comma 741 lettera. b) della legge 160 del 2019 limitando l’esenzione IMU ad un solo immobile a scelta dei coniugi non separati né divorziati, qualora utilizzino immobili ubicati in luoghi differenti. La questione IMU riconducibile ai coniugi con diversa residenza anagrafica è sorta dopo alcuni improvvidi interventi della Corte di cassazione che ha ritenuto di confermare anche in ambito IMU l’interpretazione formatasi sulla portata dell’esenzione ICI (disciplinata dal vecchio D.lgs.n°504/1992) dell’abitazione principale.

In virtù di quest’ultima, l’esonero da imposta sarebbe condizionato dal fatto che entrambi i coniugi risiedano e dimorino nella stessa abitazione. Di conseguenza, in caso di coniugi non separati e con residenza anagrafica sdoppiata, sempre secondo questa lettura, nessuna delle due case avrebbe avuto diritto all’esenzione. Unica eccezione espressamente ammessa dalla normativa di riferimento era quella delle due residenze all’interno dello stesso comune. In tale eventualità, l’agevolazione era applicabile ad una sola delle due unità immobiliari, a scelta del contribuente. Questa costruzione che per diversi anni ha alimentato non poco contenzioso davanti ai Collegi tributari non ha retto al vaglio della Corte Costituzionale che ha correttamente osservato come l’esenzione tributaria in oggetto, non può essere condizionata dal comportamento tenuto da soggetti diversi dal contribuente. Senza trascurare che, così opinando, si discrimina la famiglia tradizionale rispetto alle coppie di fatto, che invece, come già evidenziato, non subiscono alcuna penalizzazione in caso di doppia residenza. La conclusione a cui sono arrivati i giudici costituzionali è stata nel senso che l’agevolazione IMU sull’abitazione principale spetta alla sola condizione che i presupposti di legge sussistano nei confronti del proprietario dell’abitazione, senza che abbia alcuna rilevanza la condizione dei componenti il nucleo familiare.

La Consulta ha tuttavia tenuto a precisare come questa conclusione non comporti una esenzione generalizzata anche per le case di vacanza o «seconde case». Ed invero, poiché oltre al requisito della residenza anagrafica è prescritta anche la dimora abituale, resta fermo il potere del comune impositore di verificare, se del caso, sulla base delle risultanze dei consumi per i servizi «a rete» (gas, acqua e energia elettrica) l’effettivo utilizzo dell’immobile da parte del proprietario nel corso dell’anno.

Per questo motivo è comunque opportuno che i coniugi conservino copia delle bollette pagate nonché di qualsiasi documentazione idonea a dimostrare il requisito della dimora abituale. Non solo l’intervento della Suprema Corte Costituzionale ha fatto chiarezza con la Sentenza n°209 del 13/10/2022 nei termini sopra richiamati su una questione impositiva IMU complessa e come abbiamo visto molto articolata che ha suscitato il malcontento di molti contribuenti, ma, se vogliamo, ha posto le condizioni per poter legittimare la possibilità di un rimborso IMU versata negli ultimi cinque anni e non più dovuta. La legittimità di un rimborso avente ad oggetto imposta versata e non più dovuta è riconducibile ad una valenza retroattiva attribuibile alla pronuncia della Corte Costituzionale (Sen. N°209/2022) In altre parole, la valenza di interpretazione autentica attribuibile alla pronuncia della Corte Costituzionale più volte richiamata, consentirebbe alla stessa di avere efficacia ex tunc; pertanto, non escluderebbe la possibilità per i coniugi costretti in passato a versare l’imposta per una delle due unità immobiliari, a richiedere al Comune la restituzione di quanto versato a titolo di IMU e non più dovuto; rimborso riconducibile agli ultimi cinque anni. Tale possibilità rende la questione ancora molto più interessante.

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