Il punto
La maggioranza occulta che punta al superamento della carta costituzionale
Il Centrosinistra, che stava costruendo il Campo largo, si è ritrovato uno dei partner dell'alleanza (i 5Stelle) tra i corresponsabili della caduta di Draghi
La caduta del Governo Draghi mi ha fatto esprimere a caldo lo sdegno per la brutta pagina scritta al Senato ed ha ispirato le considerazioni che seguono. Di quale classe politica parliamo? Meno che nani... forse con qualche ballerina. Incapaci di assumere una posizione coraggiosa e di metterci la faccia. Non so se Draghi abbia mantenuto un atteggiamento fermo per tirarsi fuori dal pantano o se, invece, non sia caduto puntando tutto sul «senso di responsabilità» dei suoi interlocutori. E ho capito subito che la «non sfiducia» precludeva percorsi costituzionali al presidente Mattarella.
Passato lo sconcerto per la crisi «a freddo», proviamo a riflettere, a campagna elettorale ormai avviata. Da amministratore pubblico comprendo le ragioni dello strappo di tre ministri con il loro partito. Gelmini, Carfagna e Brunetta avevano messo la loro competenza a disposizione del PNRR, si erano fatti carico con tutto il Governo di trasformare quel progetto in una grande opportunità per il Paese, che difficilmente si potrà ripresentare nei prossimi decenni. Ma l'intenso lavoro di un anno e mezzo ha rischiato di finire nel vuoto per tanti egoismi.
Il Centrosinistra, che stava costruendo il Campo largo, si è ritrovato uno dei partner dell'alleanza (i 5Stelle) tra i corresponsabili della caduta di Draghi. Questo ha impedito di procedere come Letta e le forze della Coalizione avevano ipotizzato. Dall'altra parte, si legge bene il perché dell'inaspettato voltafaccia di Lega e Forza Italia al Governo di unità nazionale di cui pure facevano parte: stanno incubando un progetto di revisione della Carta repubblicana che potrebbe modificare sostanzialmente il modello ora consolidato tra i vari poteri, organi e soggetti costituzionali.
Conte e Draghi non sono riusciti a comunicare. Al leader 5S ha fatto difetto l'esperienza nel guidare un partito, nato col dna dell'opposizione e ritrovatosi forza di governo. L'intransigenza sugli otto punti si è scontrata con lo stile manageriale di Draghi, capace di esercitare i suoi poteri con grande senso di responsabilità ma poco incline alla flessibilità richiesta ad un capo di Governo.
Ora Letta ha lanciato l'aut aut «io o la Meloni», una sfida comprensibile, se il problema si limitasse all'affidabilità storico-culturale. Ma non basterà insistere sull'inaffidabilità dell'avversario per indurre gli italiani a valutare le conseguenze di una guida sbagliata per il nostro Paese. Ritengo invece necessario portare il confronto-scontro sul piano delle minacce alla nostra tenuta costituzionale - evidenti nei programmi del Centrodestra - e di chiarire i rischi di una manipolazione della Costituzione antifascista e repubblicana.
Non trovo esagerato il sospetto che una «maggioranza occulta» delle attuali forze politiche stia covando il superamento della democrazia parlamentare. «Tutta la destra, buona parte del nuovo centro e una non trascurabile della sinistra», insomma una larga maggioranza silenziosa. Facciamo attenzione alle «modifiche necessarie» che verranno proposte per i vertici istituzionali, Csm, Consiglio di Stato, Corte dei Conti, Corte Costituzionale.
Penso che i nostri connazionali debbano essere informati e rassicurati sul futuro, anche e soprattutto per quanto riguarda l'architettura dello Stato e delle Regioni. In questo, l'autonomia differenziata pretesa da Lombardia e Veneto, con la complicità dell'Emilia-Romagna, non è solo divisiva, è un tema sul quale da subito le forze politiche devono dichiarare la loro decisa contrarietà, perché l'autonomia sarebbe una grave ingiustizia e segnerebbe con i cavalli di frisia un’iniqua demarcazione tra Nord e Sud.
Occorre difendere con ostinazione l'assetto ordinamentale del Paese disegnato dai Padri Costituenti e proseguire sulla strada dell'europeismo, investendo con grande fiducia nell'Unione Europea, sempre attuale, della quale l'Italia è stata storico e convinto fondatore.