Innovazione, sostenibilità e risorse umane sono i tre pilastri che renderanno sempre più efficienti le imprese. Ma a che punto è l’industria manifatturiera italiana? La risposta arriva dall’Osservatorio Mecspe, in vista dell’edizione barese della fiera organizzata da Senaf dal 23 al 25 novembre.
Nel Tacco d’Italia, i primi quattro mesi
di quest’anno sono stati stato segnati sicuramente dalla difficoltà di reperimento delle risorse umane (per il 68%) e delle materie prime (36%) e dall’aumento dei tassi di interesse (36%), ma per quanto riguarda l’andamento, per sette imprese su dieci i fatturati restano stabili o in crescita rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, e per il 69% il portafoglio ordini è considerato adeguato.
Nel primo quadrimestre 2023, in particolare, l’industria manifatturiera pugliese nel territorio ha registrato ben 23.418 imprese attive, rappresentando il 7,1% delle aziende totali nella regione. A livello provinciale, il numero più alto di imprese manifatturiere si registra a Bari (10.304), seguita da Lecce (5.081), Foggia (3.102), Taranto (2.825) e, fanalino di coda, Brindisi (2.106)2 .
Sulla base dei dati emersi dall’Osservatorio si rende necessario per le imprese diventare sempre più efficienti in modo da ottimizzare i costi, essere sostenibili economicamente e competitive a livello globale.
Sicuramente l’innovazione è uno degli aspetti principali per trasformare le aziende e renderle più moderne ma è solo un tassello. Sarà necessario proseguire anche sulla crescita delle risorse e sulla creazione di una cultura green che metta al centro le persone e la società in ottica ambientale-sociale e aziendale.
«L’industria si conferma pilastro dell’economia italiana e gli imprenditori hanno capito l’importanza di continuare a investire in innovazione e nella crescita delle risorse con una formazione adeguata - dichiara Maruska Sabato, project manager di Mecspe – soprattutto in questa fase dove si stanno affacciando nuove tecnologie come l’intelligenza artificiale che potrebbero rivoluzionare il settore, ma che richiedono competenze specifiche e difficili da reperire sul mercato. Oggi Mecspe ha un compito importante: accompagnare gli imprenditori durante questo percorso di trasformazione digitale mettendo a loro disposizione non solo la parte espositiva ma ma tutte le connessioni che si creano in fiera grazie alla presenza di associazioni di settore, aziende ed esperti».
L’attenzione crescente verso la digitalizzazione, certo, porta con sé la necessità di acquisire nuove competenze e formare le risorse umane. Cosa fanno oggi le imprese pugliesi per far crescere il bagaglio di competenze interne?
Tra le azioni che hanno adottato o adotteranno, quasi sette aziende su dieci investono in corsi di aggiornamento e formazione per il personale già presente e quasi quattro su dieci stanno puntando sui giovani stringendo accordi con gli Istituti tecnici superiori, percorsi di Percorsi di istruzione e formazione tecnica superiore e Università.
Per affrontare questa sfida, Mecspe e l’Its «A. Cuccovillo Meccatronica Puglia» porteranno in fiera per la seconda volta la Piazza Formazione 4.0, un punto d’incontro tra gli studenti e le aziende partner che metterà in luce l’importanza del legame tra imprese e formazione.
Anche Confindustria Bari-BAT, sin dalla prima edizione di Mecspe ha mostrato chiaramente la direzione che gli imprenditori devono seguire per il proprio sviluppo.
«Le imprese negli ultimi anni si stanno avvicinando sempre di più ai temi dell’innovazione e della formazione: è sempre più alta la consapevolezza che la qualità dei diplomati, dei supertecnici degli Its e soprattutto dei nostri laureati sia fondamentale per la crescita delle aziende - commenta Cesare de Palma, presidente della Sezione Meccanica Elettrica ed Elettronica di Confindustria Bari BAT – Mecspe ha restituito a Confindustria Bari BAT e alla sua Sezione Meccanica il ruolo di protagonista della storia industriale del nostro territorio, garantendo supporto alle Pmi per la loro necessità d’innovazione e sviluppo tecnologico».
Oggi la Puglia è l’ottava regione in Italia sia per numero di startup che di Pmi innovative e rispettivamente la terza e la seconda nel Mezzogiorno. Conta 636 startup alle quali si aggiungono le 111 Pmi innovative, entrambe iscritte nelle relative categorie del Registro Imprese. (Fonte: Registro imprese, dati al 26 maggio 2023).
La Regione Puglia, è pur vero, ha spinto, agevolato e accompagnato lo sviluppo delle startup, attraendo investimenti in Puglia da parte di imprese estere e richiamando in regione giovani imprenditori da anni in altri Paesi.
«Ciò che sta accadendo in Puglia in questi ultimi anni . soddisfatto ha spiegato nei giorni scorsi alla Gazzetta, Alessandro Delli Noci, assessore regionale allo Sviluppo e - è frutto di un lavoro sinergico tra Regione Puglia, Università, Enti di ricerca e imprese che hanno saputo, ciascuno coi propri mezzi e le proprie competenze, collaborare, cogliere le nuove sfide e favorire così la nascita e lo sviluppo di un ecosistema dell’innovazione. Questo significa da una parte offrire prevalentemente ai giovani con idee innovative l’opportunità di realizzare nella regione in cui sono nati il proprio progetto di vita e contribuire allo sviluppo dei propri territori, dall’altro diventare sempre più capaci di attrarre investimenti da imprese nazionali e internazionali».