La storia
Ruvo, le bambole di Luba contro gli orrori delle guerre
Una 66enne ucraina realizza le «motanka» per aiutare la sua gente
RUVO DI PUGLIA - Costruisce bambole di stoffa per aiutare chi soffre nella sua terra dilaniata da bombardamenti ed esplosioni, per scacciare l’orrore della guerra e il dramma che la sua Ucraina sta vivendo da oltre 600 giorni.
Quella di Birina Liubov, architetto in pensione 66enne originaria di Kiev ma da mesi residente a Ruvo di Puglia, potrebbe sembrare una favola d’altri tempi, imbastita con pizzi, merletti e campanellini, passione e tradizione, con arte e disincanto. Ma l’angoscia che traspare dagli occhi di Luba (così, affettuosamente, la chiama Rocco, l’uomo con il quale ha deciso di vivere il resto della sua vita) ci riporta subito con i piedi per terra, ci fa affiorare nella nostra mente quelle immagini aspre, ostili, violente, sanguinarie che solo un conflitto armato può generare. Ma Luba, con i suoi occhi blu cobalto arrossati per la commozione sotto un caschetto dorato, questa volta stringe a sé le sue «motanka», le tipiche bambole ucraine, veri e propri amuleti di pezza senza cuciture che, ci spiega, «sono simbolo della saggezza femminile e della custodia della famiglia».
Queste colorate bamboline sono rigorosamente senza volto e nella tradizione cristiana sono realizzate con una croce al centro della faccia, come simbolo di protezione. La «motanka» trasmette il calore delle mani di Luba, l’amore e la cura con cui è stata creata.
Birina Liubov, ci racconta, prima di lasciare la sua terra e seguire Rocco in Italia, a Ruvo di Puglia, era un architetto di prestigio e lavorava nel Comune di Kiev: «Avevo un ruolo importante perché, per conto del Comune, sovrintendevo ai progetti nei diversi cantieri in una determinata zona della città. Poi sono andata in pensione e mi sono dedicata all’arte, alla pittura e alle bambole, una tradizione che mi è stata tramandata da mia madre e che coltivo da oltre 30 anni».
«Ogni “motanka” ha la sua funzione benefica, c’è quella che porta fortuna, quella che augura l’amore eterno, quella che allontana il male e così via», spiega Luba che è stata invitata ad esporre le sue creazioni a Corato durante la mostra di arte tessile «Legami: il filo della tradizione» (dal 1 al 3 dicembre), un evento organizzato dalla Pro Loco Corato, con il patrocinio del Comune. «Oltre all’artista ucraina Liubov Birina - ha meglio spiegato Gerardo Strippoli, presidente della Pro Loco Quadratum - alla mostra saranno esposte le creazioni di “intaglio e sfilato” della coratina Rosa Vernice: il connubio delle due artiste, con i loro stili tradizionali profondamente diversi, apre un dialogo sull’importanza dell’arte tessile, sul valore della cultura che supera i confini dello spazio e del tempo e che diventa linfa vitale per unire due popoli, due nazioni in terra di Puglia».
Le «motanka» di Luba, pertanto, diventeranno simbolo di pace e, mai come il questo periodo, aiuteranno chi soffre a non molta distanza da noi.
«L’obiettivo è vendere queste mie creazioni e con il ricavato aiutare qualcuno che soffre negli ospedali della mia terra. C’è tanta gente che ha perso tutto, ci sono miei conoscenti rimasti mutilati a seguito della ferocia degli attacchi che stiamo subendo».
«In Ucraina sono rimasti una ventina tra sorelle, nipoti, cugini e parenti stretti. Il mio cuore piange perché non so come ora stanno e non so quale sarà il loro futuro». «Vorrei fare molto di più per la mia terra e la mia gente. Purtroppo è in atto da parte di chi ha invaso questa splendida nazione il genocidio del popolo ucraino, per annettere lo Stato il territorio che dal 1991 si è proclamato democratico e indipendente dal sistema sovietico».
Alla domanda cosa pensa del futuro, Luba stringe una «motanka», l’accarezza quasi a volerne sprigionare le forze positive.
«Se l’intero mondo civilizzato - Europa - America ci aiuteranno, l’Ucraina sarà sicuramente uno stato forte e solido che terrà capo per difendere i confini territoriali dal nemico. Come avete potuto vedere - prende fiato Luba - siamo stati attaccati, invasi, non siamo stati noi ad invadere la Russia, e pertanto questa guerra non finirà qui ma, penso, ci saranno altri tentativi di invasione da parte del tiranno sovietico. È sotto gli occhi di tutti che la Russia ha grandi ambizioni territoriali e non si fermerà di certo alla sola riconquista dell’Ucraina, ma si spingerà ben oltre fino ad arrivare ai nostri confini. È un film già visto in altre guerre ed in altre invasioni succedute, quindi la vedo come una grande minaccia per l’intera Europa». Birina Liubov con le sue bambole, però, vuole continuare a sperare.
Se un talismano dalle sembianze umanoidi può scacciare il male, cosa può fare contro quella guerra che sta devastando l’est europeo? Probabilmente, senza il buonsenso dell’uomo, una bambola non può cambiare il mondo, ma può avvicinare le persone e seminare il bene dove il male ancora non è arrivato.
Luba ci crede. E noi vogliamo crederle.