BARI - Fa un certo effetto pensare che l’ex bimbo terribile del calcio italiano abbia varcato la soglia dei 40 anni. Un po’ perché sarebbe bello se i talenti dello sport fossero immortali e, dunque, ancora in grado di distillare emozioni. E un po’, anche, perché Antonio Cassano ha ben poco del quarantenne medio. Soprattutto per via di quella innata vocazione al «cazzeggio». Non allena, non fa il direttore sportivo e nemmeno l’osservatore. Non ha un lavoro, insomma. Al netto di qualche comparsata nel ruolo di opinionista-tv. Strano, no? Lui, allergico a qualsiasi tipo di critica, che veste i panni del bacchettatore. Inflessibile, per giunta. Linguaggio crudo e sentenze sparate a ripetizione. Un po’ come quando correva sui prati, piedi nobili e modi selvaggi.
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