In Puglia e Basilicata
«Ciarderie»
27 Giugno 2022
Gianni Ciardo
Tutti a «squola»? Sì…a «squola» con la «q», perché con la «c» si possono dire tante parolacce, per cui evitiamo.
È finito l’anno scolastico, morsicato da Covid e compagnia.
La scuola di una volta era tutta un’altra cosa.
Anch’io sono andato a scuola e ricordo che a fine anno scolastico la professoressa disse a mio padre: «Attenzione, questo qua da grande sarà capace di tutto!»
Capito l’antifona?
In realtà ho rispettato la «sentenza», perché è stato così, tanto che a tutti i miei figli avuti, chiamandoli Ciardo, come augurio di buona fortuna gli ho lanciato un’altra sentenza, dicendo loro: «….se vi vedo sui libri vi spezzo le gambe!»
È rischioso, attenzione, vi potreste ritrovare a diventare soltanto ingegnere o sindaco di passaggio oppure geometra insoddisfatto!
Questo è il motivo per cui ho cominciato a fare teatro, nonostante per fare teatro bisogna parlare solo con gli assessori e gli pseudo artisti parlano solo di soldi.
Capito l’antifona?
Ho letto Pinocchio di Collodi e ho capito che Pinocchio si nasce, non si diventa, nemmeno se studi. Don Chisciotte è morto, però malgrado la sua morte continua a vivere.
Capito l’antifona?
Viva la libertà.
Non c’è docente che tenga acché possa insegnarti a vivere.
Uno stupido regista barese per darsi un tono mi disse tanto tempo fa: «Tu devi fare doppiaggio, hai la faccia giusta!»
Io, per dispetto, ho cominciato a fare la radio con la voce.
La cultura è importante, io infatti la mia cultura la devo alla mia ignoranza!
Ogni fine anno scolastico, agli studenti vengono imposti gli esami che rubano tempo alle vacanze ed è di là che nasce la famosa frase «…madonn gli esami non finiscono mai!»
Agli esami si rischia di dover rispondere a domande tipo: «Chi è Donna Lavinia? Che ne sai della nostra ferrovia? Che ne sai di un bambino appena nato? Laura dov’è? Ci vuole una rivoluzione?»
Le rivoluzioni si fanno a sinistra; a destra si prendono le critiche; e al centro lo prendono a quel posto.
Non conviene a nessuno rischiare, specialmente andando al centro, anche perché il traffico che c’è, è micidiale, specie quando si allaga il ponte di via Quintino Sella.
Il barese è innocente, sempre. Ed è sempre colpevole di esserlo.
Andiamo in ferie. Le ferie sono belle. L’estate è calda. La cella è fresca. Il naso è lungo. Le mani sono pulite. Le gambe sono lunghe. Il cervello è fino. Il teatro è malavita. Il circolo è Unione. Il marito è moglie. Dio c’è, il Sindaco c’è e mamt fasc.
Buona fortuna, ancora cadi, ma soprattutto, anche no!
Chiedo scusa se uso termini impropri, però la mia caratteristica è quella di non usare mai mezzi termini, infatti li uso interi.
La parola «genio» si usa sempre in coppia con «incompreso», però io non voglio essere «genio» e quindi voglio essere «compreso».
Capite?
Peraltro, la parola «genio» si usa solitamente quando uno muore e questo è il motivo per cui preferisco continuare ad essere, da ancora vivo, ancora una volta, «compreso».
Compreso?
Viva Torre Canne; abbasso la montagna riposante!
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