Spettacoli
Renzo Arbore tra i vincitori del Premio Tenco 2023
Il riconoscimento attribuito anche a Ron, cantautore di origini pugliesi
«Considero questo premio come straordinario in questo periodo della mia carriera. Come giornalista, dj e appassionato ho sempre voluto raccontare la bella musica». Renzo Arbore, all’anagrafe Lorenzo Giovanni Arbore, nato a Foggia il 24 giugno 1937, al solito pecca di modestia e dice così quando viene a sapere che riceverà il Premio Tenco 2023. Ma Arbore, come sappiamo, è stato ed è tanto altro: cantautore, conduttore radiofonico, clarinettista, showman, autore radiofonico, autore televisivo, conduttore televisivo, sceneggiatore, regista, compositore, attore e talent scout italiano… E scusate se è poco.
Nella sua lunga carriera, in poche parole, è stato un divulgatore di cultura musicale e non solo, oltre a rappresentare un pezzo del nostro Paese. Per questo motivo il Premio Tenco come «operatore culturale», non fa che suggellare una straordinaria carriera, segnata dalla curiosità e dalla scoperta di altri mondi musicali che l’artista foggiano ha messo a disposizione di tutti noi. Rispetto a Tenco, Arbore aggiunge: «Lo rimpiango molto, scoprimmo insieme Nicoletta Strambelli al Piper, quella che in arte sarebbe diventata Patty Pravo, e lui mi fece ascoltare in anteprima il provino di Lontano Lontano».
Accanto ad Arbore, ieri sono stati annunciati anche gli altri premiati: Carmen Consoli, Eugenio Finardi alla carriera, Ron (cantautore dalle origini pugliesi) e il maestro del tropicalismo Tom Zé. Nella sede milanese dell’incontro stampa, inoltre, è stato sottolineato che la 46esima edizione della «Rassegna della Canzone d’Autore - Premio Tenco», in programma dal 19 al 21 ottobre al Teatro Ariston di Sanremo, sarà dedicata a Enzo Jannacci, a 10 anni dalla scomparsa.
La carriera di Arbore è costellata da innumerevoli successi in diversi campi dell’arte e della comunicazione, a cominciare dal giornalismo musicale, poi è diventato divulgatore di cultura musicale sia in radio che in televisione. Una curiosità d’artista irrefrenabile che l’ha condotto al cinema come attore in diversi film, compresi due con il compianto regista pugliese Nico Cirasola (Odore di pioggia e Focaccia blues) oltre a sperimentarsi come regista in due sue opere: Il Pap’occhio (1980) - tra i protagonisti anche il futuro premio Oscar Roberto Benigni - e FF.SS. - Cioè: «...che mi hai portato a fare sopra a Posillipo se non mi vuoi più bene?», con un cast composto da molte sue scoperte artistiche e tanti amici. Alla base di tutto, però, c’è l’eterna passione per musica sin dai suoi esordi a Foggia come clarinettista jazz, sfociata nella conduzione in Rai di programmi radiofonici con il compagno di sempre Gianni Boncompagni (Bandiera gialla e Alto gradimento).
Nel mezzo, programmi cult televisivi (Quelli della notte e Indietro tutta!), i tour interminabili con l’Orchestra Italiana in tutto il mondo, i suoi ripescaggi di «note dimenticate» della canzone d’autore, i suoi amori di sempre come il jazz, il blues, lo swing.