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«Chi scrive si diverte e così “Imma Tataranni” piace sempre di più»

 
Carmela Cosentino

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Carmela Cosentino

«Chi scrive si diverte e così “Imma Tataranni” piace sempre di più»

De Ruggieri e gli altri attori lucani: la serie tv ci racconta

Mercoledì 26 Ottobre 2022, 12:18

Non c’è due senza tre. Burbera, scontrosa, autoritaria, per niente flessibile. Eppure il suo modo di agire ha conquistato milioni di telespettatori. «Imma Tataranni- Sostituto Procuratore», personaggio nato dalla penna della scrittrice Mariolina Venezia è amatissima.

Due stagioni, una terza che sarà girata il prossimo anno, dirette dal regista Francesco Amato che si è circondato di un cast importante composto da Vanessa Scalera (Imma Tataranni), Massimiliano Gallo, Alessio Lapice, Carlo Buccirosso, Barbara Ronchi, Alice Azzariti e Lucia Zotti.

Tra i protagonisti che appaiono dalla prima stagione, i lucani Carlo De Ruggieri, Nando Irene, Giuseppe Ragone e Antonio Montemurro.

Il 13 ottobre l’ultima puntata che ha fatto registrare ascolti record, conquistando l’attenzione di 4.366.000 di telespettatori (pari al 24,1% di share) battendo il Grande Fratello Vip 7 in onda su Canale 5 che ha raccolto 2.541.000 spettatori (pari al 19.5% di share).

Ma qual è il segreto del successo? Lo abbiamo chiesto ai protagonisti lucani della fiction riconfermati nella prossima stagione. «I numeri confermano il successo della prima stagione – dice Carlo De Ruggieri nella fiction il dottor Taccardi- un risultato dovuto a quelli che sono gli ingredienti fondamentali della serie televisiva, la forza del personaggio principale e la cura generale della fiction, dalla scrittura alla regia al cast». Nella seconda stagione il suo personaggio ha acquistato più spessore e più forte è il rapporto conflittuale con Imma Tataranni. «Come spesso succede quando si avanti nella scrittura di una serie, le caratteristiche iniziali di un personaggio prendono sempre più corpo e soprattutto chi scrive inizia a divertirsi, per cui se da una parte c’è una sorta di divertimento nella scrittura dall’altra c’è l’attore che conosce il personaggio e che si lascia andare al gioco e questo ha effetti positivi sulla serie».

Per Nando Irene alias il Maresciallo Lamacchia, l’unico personaggio che da protagonista di puntata è divenuto protagonista di serie, il successo della fiction «risiede nella qualità del prodotto televisivo e di questo la Rai è consapevole, non a caso ha diviso la stagione in due parti per iniziare la seconda parte con un pubblico affezionato. E i numeri lo confermano. È una fiction ben strutturata, che affronta temi importanti che riguardano la nostra terra, ma ad essi alterna momenti di leggerezza, di pura comicità, e una intrigante storia d’amore platonica che ha appassionato i telespettatori, quella tra la Tataranni e il maresciallo Calogiuri».

In un crime di tutto rispetto non poteva mancare la figura del giornalista legato da un rapporto di amore e odio con «lo sceriffo di Matera». Ad interpretarlo è Giuseppe Ragone nella fiction Pino Zazza che, parlando del successo della serie, mette in luce un aspetto forse fondamentale per la riuscita di un’opera che racconta un territorio: il punto di vista esterno. «Il regista Francesco Amato è stato un grande a raccontare Matera. Un risultato che forse un lucano troppo inserito nel contesto non sarebbe riuscito a raggiungere. Inoltre a determinare il successo della fiction, è stata la sceneggiatura unita alla capacità del regista di intercettare volti molto rappresentativi della Basilicata».

Nella serie, gli uomini della Tataranni sono dei «perdenti», troppo remissivi e condizionati dal volere delle donne che hanno accanto. Tra questi figura il padre di Pietro, marito della protagonista, interpretato da Antonio Montemurro. Un personaggio di poche parole, «che ogni tanto si abbandona a qualche battuta e piccoli commenti, ma solo quando la moglie è lontana» - sottolinea con tono scherzoso. Presente dalla prima stagione, Montemurro spiega che il successo della serie dipende da Matera. «Nelle puntate si vedono delle bellissime immagini della città fatte con i droni e non più con l’elicottero come accadeva un tempo. Inoltre c’è un ottimo direttore della fotografia che rende , se possibile, più belle le immagini della città. È un lavoro che parla di storie materane che attirano l’attenzione della gente, e poi c’è la curiosità di vedere in tv i partecipanti locali. Tutto questo genera interesse intorno alla fiction».

Insomma, un successo dovuto all’ottimo lavoro di una squadra che in primavera si metterà di nuovo all’opera per girare la terza stagione della fiction che ha lasciato i telespettatori con il fiato sospeso e con un interrogativo: il maresciallo Ippazio Calogiuri colpito durante una sparatoria ce la farà?

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