Avete presente quella porzione di territorio di Puglia compreso nel triangolo che collega i campanili delle chiese madri di Martina Franca, Locorotondo e Cisternino? Si chiama Valle d’Itria, ed è un luogo meraviglioso.
È qui che Mario Desiati è cresciuto ed è qui che le sue storie prendono vita. È la Valle d’Itria tanto cara a Lisetta Carmi, fotografa mirabile, pianista di talento e fondatrice nel 1979 dell’Ashram Bhole Baba di Cisternino. È la Valle d’Itria raccontata da Cesare Brandi, uno dei maggiori critici e storici dell’arte, fondatore della teoria del restauro, studioso di estetica, saggista, scrittore e poeta. In appendice al suo celebre libro “Pellegrino di Puglia” c’è il saggio dedicato a Martina Franca, vero capolavoro della letteratura riferita a una città, divenuto introvabile e recentemente tornato in edizione.
Le storie di Mario Desiati si ispirano alla sua terra, è da lì che prendono vita i suoi personaggi, con le loro fragilità e le loro debolezze, ma anche le loro virtù. Con le sue storie Desiati si è affermato come scrittore fino a diventarne uno dei migliori di questi anni. La sua scrittura mite e pregnante, ma al tempo stesso comprensibile nonostante sia ricca di articolazioni nel lessico, ha fatto dello scrittore martinese un punto di riferimento nella letteratura moderna. Desiati è l’esempio di come sia importante guardare fuori, ha lasciato la sua Valle d’Itria per accrescere le sue esperienze e arricchire il suo bagaglio, mantenendo sempre forte il legame con la Puglia e le sue terre, senza mai cadere nel provincialismo. Roma, ma soprattutto Berlino sono state le città che gli hanno permesso di dare forma a personaggi che hanno le sembianze riconoscibili del compagno di strada, del vicino di casa, dell’amico, ma che sono carichi di tratti psicologici che ne caratterizzano le personalità. Forse mai nessuno come lui ha saputo utilizzare il dialetto in una maniera così potente, elegante ed evocativa.
La carriera di Desiati sembrava destinata da giovane a seguire la strada della giurisprudenza, poi un’esperienza nel quotidiano Martina Sera Corriere della Valle d’Itria prima della consacrazione alla direzione editoriale della Fandango Libri. Nel 2011 finalista del Premio Strega con Ternitti, nel 2022 indiscusso vincitore con Spatriati.