«Ciarderie»
La mamma è certa, il papà non sempre
Buongiorno! Oggi lunedì, porca miseria, sono dispiaciuto perché, appena ieri, è stato San Giuseppe
Buongiorno! Oggi lunedì, porca miseria, sono dispiaciuto perché, appena ieri, è stato San Giuseppe.
Festa del papà.
Oggi già non lo è più. E adesso come facciamo a dire il nostro al nostro papà ti voglio bene? Come faremo a dirgli, soprattutto, per me sei come un padre?
Nei giorni seguenti che succederà? Prevedo che tutti i papà cadranno nell’anonimato. Pazienza, vuol dire che aspetteremo l’anno prossimo.
Il 19 marzo è una festa importante, prima di tutto perché è la festa del papà, ma soprattutto perché si mangiano le zeppole. Indubbiamente, il papà viene festeggiato da tutti noi. La particolarità è nel fatto che la mamma è una sola, ma i papà possono essere tanti. E questo non tutti i papà lo sanno.
Buon per loro che credono di poter fare sempre il dippiù!
Io parlo così anche perché sono un ex figlio e attuale «molto» papà!
Perché si festeggia il 19 marzo? Perché combinazione è San Giuseppe, il primo papà! Lui è stato un papà eccezionale, insegnò al figlio unico che ebbe tante cose, lo stesso mestiere, a parlare, a camminare addirittura sulle acque, ma soprattutto ad amare, nonostante a quel tempo non c’era ancora il telefonino, la televisione e WhatsApp.
Prima ho parlato di mestiere.
Essere papà non è un mestiere.
Come non lo è nemmeno fare il teatro.
Credo che essere papà voglia dire essere capace di esserlo con grande fortuna, senza nemmeno deontologia.
Essere un papà «deontologico» sarebbe come essere un impiegato della genitorialità. Dio ce ne scampi!
Alcuni papà dimenticano di essere stati figli e hanno cognizioni sbagliate, per esempio un papà festeggiando il ventesimo anniversario di matrimonio, prese il figlio in disparte e gli disse: caro figlio mio, se avessi saputo che tu nascevi dopo cinque anni e tre mesi di matrimonio, avrei potuto separarmi da tua madre giusto al quinto anniversario.
Questo papà, sì che era un uomo di vita.
Per quanto mi riguarda, invece, anch’io ho le mie esperienze personali.
Avevo 10 anni e mio fratello un po’ più piccolo di me.
Ogni mattina andavamo a scuola a mano a mano. Io non amavo molto andare a scuola, ma la cosa che mi dava più fastidio, era che mio padre, salutandomi, mi diceva: «mi raccomando dagli la mano e mettiti tu al lato della strada».
Che fa pensare questo suggerimento?
Oggi sono grande e mi rendo conto di non aver avuto mai un fratellino e di essere sempre stato figlio unico.
Eccomi qui che scrivo sulla «Gazzetta del Mezzogiorno» anche se non è più 19 marzo.
Penso che il 19 marzo, San Giuseppe, è anche l’onomastico di Giuseppe Verdi, Giuseppe Garibaldi, Giuseppe Mazzini, Giuseppe Conte e pure Pippo Baudo (alias Giuseppe).
È un giorno che si festeggia in alcuni paesi della mia Puglia accendendo dei falò.
Al Petruzzelli lo si fece senza rispettare la regola del 19 Marzo.
Scusate, sono saltato da un argomento all’altro; comunque la mia natura è questa che ringraziando Iddio mi porta ad essere quello che sono.
Per ogni controversia, pazienza!