Ambiente
Torre Guaceto, addio cassette in polistirolo: arrivano contenitori plastici lavabili per i pescatori per ridurre l’inquinamento marino
Il progetto “Netreborn”, realizzato dal Consorzio di Gestione di Torre Guaceto con Sea the Change e Fondazione Cetacea, introduce strumenti ecocompatibili e un’app per monitorare l’inquinamento acustico
Niente più cassette in polistirolo, ma per i pescatori di Torre Guaceto, la riserva naturale tra Carovigno e Brindisi, sono ora disponibili nuovi contenitori in plastica dura, lavabili e che non potranno più disperdere in mare materiale inquinante. L’iniziativa è realizzata in sinergia tra il consorzio di gestione di Torre Guaceto la start up 'Sea the Changè e Fondazione Cetacea che hanno portato avanti il progetto 'Netreborn'.
«L'obiettivo è ridurre costantemente l’impatto antropico sugli habitat e abitanti del mare - ha commentato il vicepresidente del Consorzio di Gestione di Torre Guaceto, Vito Birgitta - e il passo fatto oggi porterà benefici all’intera fascia costiera garantendo la tutela ambientale e lo sviluppo sostenibile. «Siamo orgogliosi di aver portato a termine questo progetto insieme - ha dichiarato il Ceo di Sea the Change, Luca Barani - ai numerosi partner che desideriamo ringraziare, e di aver avuto l’opportunità di lavorare in Puglia. Con Netreborn vogliamo inaugurare un percorso che ci permetta di ampliare le nostre attività nella regione e contribuire alla tutela degli ecosistemi marini».
«Grazie al partner Arpa Puglia studiamo il panorama acustico sottomarino - ha evidenziato la communication manager del progetto e pubbliche relazioni della Fondazione Cetacea, Alice Pari - ed i pescatori possono scaricare la nuova app e condividere anonimamente le loro rotte, fornendoci dei dati importantissimi per identificare le sorgenti dell’inquinamento acustico sottomarino e valutarne l’impatto sugli organismi marini, anche di interesse commerciale».