ambiente e territorio

Brindisi, è scontro sui rifiuti: Ecotecnica chiede 759mila euro più mora

andrea pezzuto

I problemi alle casse del Comune continuano a provenire dai rifiuti. Anche per i tanti giudizi pendenti con le ditte di nettezza urbana susseguitesi negli anni

BRINDISI - I maggiori problemi per le casse del Comune continuano a provenire dai rifiuti. Sia per i contenziosi e i costi di gestione degli impianti messi fuori uso da gestioni scriteriate, sia per i tanti giudizi pendenti con le ditte di nettezza urbana susseguitesi negli anni. Mentre si profila un nuovo fronte di scontri giudiziali con Avr (che dovrebbe lasciare posto a Teknoservice dal 15 giugno), il Comune è alle prese con svariate cause pendenti e decreti ingiuntivi relativi al rapporto con Ecotecnica. In ultimo, la ditta leccese ha ottenuto l’emissione di un’ingiunzione di pagamento dal giudice del Tribunale per le imprese di una somma pari a 759mila euro (oltre a interessi di mora e spese) legata ai proventi dalla valorizzazione dei rifiuti per gli anni 2022 e 2023. Il Comune ha deciso di opporsi al decreto ingiuntivo, ma «rilevata l’impossibilità da parte dell'Avvocatura civica di assumere l’incarico difensivo, stante l’urgenza, si ritiene necessario che il Comune di Brindisi - si legge nella delibera di giunta - affidi l’incarico all’avvocato Aldo Luciano Tarantini del Foro di Brindisi». L’affidamento esterno avrà un costo per il Comune pari a 18.800 euro, come da preventivo di spesa trasmesso dal legale al Comune il 5 giugno.

Entrando nel merito della vicenda, il 31 marzo Ecotecnica ha inviato la fattura al Comune, tuttavia l’8 aprile l’ente ha rifiutato di pagare adducendo la motivazione, secondo Ecotecnica «del tutto pretestuosa e dilatoria», che «il documento fiscale si riferirebbe a prestazioni non poste in essere in favore del Comune. A nulla sono valsi i tentativi di evidenziare, per le vie brevi, il grossolano errore di valutazione - scrive il legale di Ecotecnica - in ordine al rifiuto del pagamento della fattura, trattandosi di importi quantificati da Ager e approvati dal Comune». Ecotecnica sostiene le proprie ragioni rifacendosi alla circostanza che «i ricavi derivanti dai corrispettivi riconosciuti dai sistemi collettivi di compliance dopo sharing per gli anni 2022 e 2023» sono stati «validati da Ager e accettati dal Comune con delibera del 2022 di approvazione del Piano Tari».

Ma questa è sola la punta dell’iceberg: risultano pendenti, infatti, diversi giudizi tra le parti. Nel 2023 il legale di Ecotecnica inviava una lettera di diffida all’amministrazione comunale nella quale sosteneva che la ditta vantasse 4,5 milioni di crediti. A oggi, però, Ecotecnica ha attivato le procedure per somme inferiori (al momento sussiste un unico decreto ingiuntivo da 1,3 milioni di euro). Dal canto suo, il Comune batte cassa per le penali applicate a causa del mancato raggiungimento degli obiettivi, richiedendo l’escussione della fideiussione per 1,1 milioni di euro. 

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