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Brindisi, la vertenza Basell fa tremare tutta la chimica nazionale

 
Antonio Portolano

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Antonio Portolano

Brindisi, gli operai della Basell mollano: lunedì dal prefetto

Stamattina i sindacati incontrano prefetto e Provincia, nuovo sciopero

Lunedì 11 Settembre 2023, 12:08

BRINDISI - Nuova giornata di lotta per scongiurare i 47 licenziamenti annunciati alla Basell. Nuovo sciopero, gemello per modalità e articolazione sulle turnazioni di quello di venerdì; incontro alle 11 con il prefetto e a seguire col presidente della Provincia. Filctem Cgil, Uiltec Uil e Femca Cisl chiederanno alle istituzioni di farsi portavoce della richiesta urgente di un incontro al ministero competente per l'apertura di un tavolo nazionale della Chimica (tavolo aperto da anni, ma che né col governo Draghi, né con quelli che si sono succeduti, compreso l’attuale, ha prodotto risultati o dato il benché minimo indirizzo al settore).

I sindacati si stanno mobilitando per coinvolgere anche la Regione. È prossima infatti la partenza di una richiesta di convocazione della Task force regionale. La vertenza in corso a Brindisi, sta creando preoccupazione a livello nazionale nel settore della Chimica perché è il segnale che potrebbe preludere ad un «effetto domino». E non solo a Brindisi dove alla chiusura del P9T (con 47 licenziamenti annunciati) potrebbe seguire quella dell’impianto PP2 sempre di Basell (altri 80 posti circa), anche perché il contratto di fornitura di prodotti da lavorare con Versalis - in scadenza al 2025 - non è stato ancora rinnovato. Il timore è che a Brindisi uno tsunami possa spazzare a cascata le aziende connesse al petrolchimico che danno reddito a circa 1200 famiglie. E poi c’è da considerare tutto l’indotto. Ma non finisce qui, perché il «fulmine a ciel sereno» piovuto a Brindisi sta facendo tremare anche gli altri siti di Basell in Italia e i dipendenti di altre multinazionali della chimica.

Ecco ad esempio cosa pensano le Rsu di Ferrara - dove esiste un altro impianto Basell - della situazione di Brindisi, dove la chiusura del P9T è data per scontata. «Si tratta di una decisione gravissima che non solo avrà conseguenze pesantissime sul sito pugliese, il quale nel tempo non può reggere un solo impianto in marcia, determinando uno scenario ben più complicato che va a indebolire la posizione di Basell in Italia oltre a favorire una possibile ulteriore dismissione del patrimonio industriale del nostro Paese. È difficile pensare che anche l’altra importante azienda presente, Versalis, non possa cogliere l’occasione per incrementare la sua intenzione di uscire dalle produzione di commodity, che ha più volte evidenziato anche con la chiusura del cracking di Portomarghera».

E ancora: «Intanto, però, la decisione colpisce un sito organizzato su due impianti, con evidenti impatti su tutte le attività di servizio agli stessi che una chiusura determinerà, indebolendo contestualmente anche le altre attività italiane di Basell. Quello di Brindisi era l’impianto dove transitavano per prime le novità tecnologiche prodotte nell’ambito della ricerca a Ferrara, ricerca tecnologica che già aveva visto questa impresa dichiarare di limitare parecchio le sue attività anche in relazione alla stessa tecnologia dell’impianto di Brindisi. Ora passeranno in altri impianti licenziatari o ci sarà un’ulteriore riduzione dell’attività sul Multizone?». E concludendo: «Sarà anche una coincidenza, ma tagliare le capacità produttive Basell nel nostro Paese potrà offrire ad Eni il fianco per ridurre ulteriormente gli assetti industriali necessari a fare chimica in Italia, approfittando della bassa congiuntura per indebolire o dismettere settori industriali che producono attualmente ricchezza e assicura posti di lavoro qualificati».

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