Rione Sant'Elia

Brindisi, scenari inquietanti dietro al raid distruttivo della piscina comunale

Redazione Brindisi

Il sindaco: «Atto intimidatorio che fa seguito ad altri»

BRINDISI - Cosa c’è dietro l’ennesimo atto di devastazione contro strutture di proprietà comunale? Chi può avere realmente interesse a danneggiarle appositamente e con azioni mirate?

Domande legittime all’indomani dello scempio perpetrato all’interno della piscina di Sant’Elia, dove ad agire non sembra essere stato il classico vandalo a caccia di bravate, ma qualcuno che evidentemente aveva (e ha) un qualche “interesse” nella discussa vicenda che da due anni a questa parte ha come protagonista l’impianto sportivo di via Ligabue e che presumibilmente ha agito a scopo intimidatorio.

Non si tratta del primo episodio a danno di strutture pubbliche, ma è decisamente il più inquietante in quanto apre scenari ai più nascosti che, peraltro, presto potrebbero formare oggetto di attenzione da parte delle autorità competenti.

E’ di questo parere, del resto, anche il sindaco che, sulla vicenda, ha detto: “La devastazione che ha subito la piscina comunale al quartiere Sant’Elia, per la natura dei danni provocati, non è a mio avviso derubricabile ad un mero atto vandalico, le azioni distruttive alla struttura e agli impianti sono troppe e specifiche per pensare a semplici teppisti. Inoltre, questo ultimo atto, il più eclatante, arriva dopo altri episodi simili ma di livello inferiore. È evidente a mio parere che siamo di fronte ad un atto intimidatorio, un inquietante tentativo di condizionare l'amministrazione comunale nelle decisioni da prendere sulla piscina comunale, i cui bandi in questi anni sono sempre andati tutti deserti, in merito ad una vendita o una gestione dell’impianto. Dopo la denuncia che l'ufficio sta producendo per i danni subiti, al mio rientro dall'assemblea nazionale dell'Anci che si tiene a Bergamo, porterò queste mie considerazioni e preoccupazioni nelle sedi opportune”.

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