Chiuso il sipario sulla XVIII edizione del Salone Nautico di Puglia.
Ennesimo successo per l’ormai tradizionale kermesse, svoltasi nel suggestivo scenario del porticciolo turistico dove, per cinque giorni, sono rimaste in esposizione centinaia di imbarcazioni. Buona, malgrado il maltempo dei primi due giorni, l’affluenza dei visitatori in quella che è stata l’edizione della ripartenza dopo l’emergenza legata al Covid.
Oltre ai natanti in mostra, vari sono stati i convegni che hanno arricchito l’evento e tra essi quello sul tema “Aree Marine protette, sostenibili convenienti”, in occasione del quale il Consorzio di Gestione di Torre Guaceto ed il Wwf hanno presentato i risultati del progetto “Mava” che porterà alla nascita di nuove zone di protezione.
I lavori di progetto sono andati avanti per quasi due anni. Con il mare Mediterraneo in forte sofferenza, alcuni enti internazionali (Agir, Hcmr, Life, MedPan, Ngb, Spa/Rac, BlueSeeds e Wwf) si sono messi insieme per mettere in campo azioni utili al miglioramento delle condizioni di salute del polmone blu. Nell’ambito delle analisi preliminari si è rilevato che l’impatto negativo esercitato dalle attività dell’uomo sul mare ha portato ad una riduzione del 41% delle popolazioni di mammiferi marini del Mediterraneo e al sovrasfruttamento dell’80% degli stock ittici. Piccole oasi felici sono risultate essere le Aree Marine Protette e, soprattutto, le zone nelle quali vige il divieto di pesca le “no take zone” che, allo stato attuale, coprono solo lo 0,04% del bacino mediterraneo. Da qui l’esigenza di aumentale la superficie marina protetta, in particolare modo le aree di tutela integrale e la scelta di svolgere l’azione pilota del progetto “Mava” a Torre Guaceto.
Già nel 2019, il Consorzio ha avviato presso l’allora Ministero dell’Ambiente la procedura per l’ampliamento della riserva fino a farne coincidere i confini con la Zona Speciale di Conservazione (da Villanova, Ostuni, a Punta Patedda, Brindisi). L’idea sostenuta fortemente dai pescatori professionali, è stata ripresa in mano con il progetto “Mava” e migliorata. Così, coordinati dal Wwf Italia e dal Consorzio di Torre Guaceto, forze dell’ordine, enti territoriali, pescatori professionali e ricreativi, diportisti e associazioni sportive si sono riuniti e hanno pensato di creare due nuove zone con divieto di pesca: una da 600 ettari a largo di Torre Pozzelle e una di 90 ettari a largo di Giancola. Non solo, si è deciso di avviare un tavolo partecipato per la cogestione della pesca nella nuova e più grande area protetta di Torre Guaceto che, nei territori riportati, partirà dai 10 metri di profondità.
Il tutto è stato inoltrato al Ministero della Transizione ecologica che ha messo in moto la macchina amministrativa che permetterà l’ampliamento di Torre Guaceto.
Allo Snim, in particolare, ad illustrare il progetto durante il convegno sono stati Giuseppe Meo, presidente dello Snim, Giuseppe Danese, presidente del Distretto Nautico di Puglia, e Fabrizio Coke, comandante della capitaneria di porto di Brindisi, oltre al presidente del Consorzio Rocky Malatesta. “L’esito del progetto per noi è molto confortante - ha detto quest’ultimo - e riafferma ancora una volta quanto sia importante nelle aree protette condividere i processi di sviluppo e di cambiamento, coinvolgendo sin dal primo momento tutti i portatori di interesse del territorio. Se a Torre Guaceto è stato possibile raggiungere tale traguardo in così breve tempo è perché questa modalità operativa noi la adottiamo da sempre, ottenendo che l’intera comunità cresca coesa e consapevole e che si innalzino costantemente gli standard di qualità ed efficacia delle nostre azioni di tutela ambientale”.