Centrale Enel
Brindisi, tutto da rifare il processo alla polveri: annullate condanne e risarcimenti
La decisione nel corso della notte dopo una lunga camera di consiglio. La centrale intanto va verso la decarbonizzazione
La Corte di Cassazione ha annullato la sentenza d’appello sulle dispersioni di carbone dalla centrale termoelettrica Enel di Cerano, a Brindisi, con rinvio ad altra corte per valutare i ricorsi degli imputati e della Provincia che, oltre al risarcimento ottenuto per danno di immagine e alla salute, chiede anche il danno ambientale.
E' quanto contenuto nel dispositivo depositato la scorsa notte, dopo una lunghissima camera di consiglio. Si dovrà quasi interamente rifare, insomma, il processo di secondo grado. La Procura generale, nel corso dell’udienza di giovedì, aveva chiesto l’inammissibilità di tutti i ricorsi.
In appello il processo si era concluso con la conferma delle due condanne inflitte in primo grado ai manager Enel e con l'estensione dei risarcimenti dovuti dall’azienda, quale responsabile civile, anche ad altri agricoltori proprietari di terreni vicini al nastro trasportatore della centrale Federico II. Per Antonino Ascione e Calogero Sanfilippo era stata confermata una pena di nove mesi di reclusione, a entrambi era stata concessa la sospensione condizionale. Per altri due, Sandro Valery e Luciano Mirko Pistillo, i reati si erano già prescritti quindi c'era stata sentenza di non doversi procedere.
Quindici in tutto gli imputati, 11 erano stati assolti in primo grado con la formula «il fatto non sussiste». Due i reati contestati: getto pericoloso di cose e danneggiamento aggravato. Al centro dell’inchiesta della Digos di Brindisi, coordinata dal pm Giuseppe De Nozza, la diffusione di carbone dal nastro trasportatore e dal carbonile dell’impianto sui terreni degli agricoltori vicini. Il parco carbone è stato poi coperto con una tecnologica struttura in legno. La centrale, in un ottica di decarbonizzazione, va ora verso la riconversione a gas.
«Le difese commentano positivamente l’esito della sentenza della Corte di Cassazione che ha accolto il ricorso dei due dirigenti di Enel Produzione. Ciò si aggiunge alle assoluzioni degli altri esponenti aziendali coinvolti nei precedenti gradi di giudizio": è quanto riportato in una nota di Enel Produzione, in riferimento alla decisione della Cassazione che ha annullato con rinvio la sentenza d’appello del processo sulla dispersione di polveri di carbone dalla centrale di Cerano (Brindisi).
«Le difese - è specificato - ricordano che a nessun livello aziendale sono mai state mai violate le normative e le autorizzazioni relative alla centrale e che, nel corso dei primi due gradi, i giudici non avevano adeguatamente valorizzato il materiale probatorio che testimoniava l’enorme mole di investimenti (pari ad oltre 700 milioni di euro) costantemente effettuati nel corso degli anni da Enel Produzione presso la Centrale, secondo un processo di miglioramento continuo teso a garantire le migliori performance ambientali dell’impianto».
Infine, riguardo alle istanze dell’unica parte civile il cui ricorso è stato accolto: «In merito alla posizione della Provincia di Brindisi - chiarisce Enel - si ribadisce l'inesistenza di ogni tipo di danno rivendicato, ivi compreso quello per i profili ambientali, mai emersi durante la lunga istruttoria dibattimentale».