Il caso

Oria, uccise un suo cliente: pena ridotta per avvocato

Mimmo Mongelli

Dopo l’appello sconterà 12 anni di reclusione e non più 15

BRINDISI - I giudici di secondo grado hanno escluso l’aggravante della premeditazione e, di conseguenza, hanno ridotto la pena a dodici anni di reclusione: questa la sentenza di appello del processo a Fortunato – per tutti Giovanni – Calò, 49 anni, l’avvocato che il 30 marzo del 2017 sparò e uccise all’interno del suo studio legale Arnaldo Carluccio, 44 anni, di Torre Santa Susanna, che era un suo cliente. In primo grado il giudice dell’udienza preliminare Tea Verderosa – il processo era stato celebrato con rito abbreviato – aveva riconosciuto le attenuanti generiche e quella della provocazione equivalenti alle aggravanti contestate al legale, che era difeso dagli avvocati Pasquale Annicchiarico e Giancarlo Camassa, e gli aveva comminato 15 anni di reclusione. Le parti civili nel processo, sia in quello di primo grado che in appello, erano rappresentate dagli avvocati Giuseppe Miccoli e Lucia Gallone. Nel processo di primo grado la pubblica accusa aveva chiesto per l’imputato la condanna all’ergastolo.

Il collegio di appello, accogliendo argomentazioni dei due difensori dell’avvocato oritano, i legali Annicchiarico e Camassa, ha ridotto la condanna a 12 anni di reclusione. L’omicidio avvenne ad Oria. La vittima fu raggiunta da una gragnuola di proiettili e morì sul colpo. L’omicidio fu l’epilogo di un violento alterco tra avvocato e cliente. Nel corso della lite il legale tirò fuori la pistola ed esplose almeno 11 (tanti i bossoli che gli investigatori recuperano nella stanza dove avvenne l’omicidio) proiettili contro la persona che aveva di fronte. Quando successe la tragedia il professionista e il cliente erano soli nella stanza. All’interno dell’appartamento, quello dove ha sede lo studio legale associato Calò-Pomarico, c’erano altri tre avvocati. Udite le detonazioni, i colleghi di Fortunato Calò si precipitarono nella stanza dell’avvocato per rendersi conto di quello che stava succedendo e trovarono il legale ancora con la pistola in mano e il cliente, ormai senza vita, riverso sul pavimento. Immediatamente chiamarono i carabinieri. Fortunato Calò finì in carcere. L’omicida reo confesso del suo cliente in primo grado ha chiesto e ottenuto, d’intesa con i suoi difensori, di essere giudicato con rito abbreviato e questo gli ha dato la possibilità, prevista dalla legge, di beneficiare di uno sconto di pena. Dopo il deposito delle motivazioni della sentenza da parte del gup i due difensori di Calò hanno proposto appello. A conclusione del processo di secondo grado il professionista si è visto ridurre la pena.

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