ORIA (BRIDISI) - La lunga confessione dell’avvocato, arrestato per avere ucciso ieri nel suo studio un suo cliente, ruota attorno ad un punto fermo ribadito più volte: 'lui mi minacciava da tempò. Fortunato Calò, il professionista che ha sparato 15 colpi con una cal. 9x21, nel suo studio di Oria, ferendo a morte Arnaldo Carluccio, un cliente di Torre Santa Susanna (Brindisi), è stato a lungo ascoltato dai carabinieri al fianco del suo difensore, Pasquale Annicchiarico. Poi ha chiesto ai suoi colleghi di studio di chiamare i carabinieri e ha atteso il loro arrivo per consegnarsi. Nell’interrogatorio ha ricostruito quanto accaduto ieri pomeriggio, consegnando ai militari e al pm Raffaele Casto il proprio telefonino al cui interno vi sarebbero gli sms di minacce inviati dalla vittima, che aveva piccoli precedenti penali.
Secondo il racconto dell’avvocato, che si trova in carcere con l’accusa di omicidio volontario, il delitto sarebbe maturato dopo le insistenti richieste da parte di Carluccio che pretendeva da lui circa 10mila euro, come anticipo di un risarcimento del danno che riteneva di dovere ricevere a conclusione di una causa pendente dinanzi al giudice civile. Le richieste, stando a quanto ha riferito Calò, sarebbero state pressanti e minacciose, tanto che nell’ultimo incontro avuto nello studio legale, Carluccio si sarebbe presentato armato. Preoccupato per la propria incolumità e per quella dei suoi famigliari, in vista dell’appuntamento di ieri, Calò ha quindi deciso di portare in studio la pistola che aveva a casa. Un’arma detenuta legalmente ma con la sola autorizzazione all’uso sportivo.
Durante l’incontro, i due avrebbero cominciato a discutere della causa e del risarcimento. I colleghi avvocati hanno sentito una discussione e poi gli spari. Calò ha scaricato addosso alla vittima l’intero caricatore: quindici bossoli sono stati trovati sul pavimento e quasi tutti i colpi hanno raggiunto Carluccio lasciandolo per terra in una pozza di sangue. Il magistrato inquirente sta valutando se contestare a Calò anche l’aggravante della premeditazione. Per la difesa, invece, il professionista sarebbe stato provocato: arrivato a compiere il folle gesto dopo un lungo periodo di vessazioni. Sul corpo della vittima sarà eseguita l’autopsia. L’interrogatorio di convalida dell’arresto, dinanzi al gip, si terrà la prossima settimana.