Disagi per gli utenti

A Ostuni uffici postali allo sbando, disservizi quotidiani

Una signora ha denunciato di aver saltato un esame diagnostico per il mancato recapito

Ancora disservizi delle Poste Italiane per l’utenza della «Città bianca» con raccomandate e atti giudiziari non consegnati, sparpagliati tra la sede centrale di via Pepe e le tre succursali chiuse di pomeriggio.
Una grave situazione che penalizza non solo la gente normale ma anche e soprattutto gli impiegati, gli avvocati, i docenti ed insegnanti, i commercianti e chi lavora di mattina.
Un problema per tutti coloro che non vengono trovati presso l’indirizzo indicato e che ricevono la comunicazione di ritiro presso una delle succursali che rimangono aperte solo nelle ore della mattina (chiuse di pomeriggio quando chi lavora è libero) e non possono, così, ritirare quanto inviato.
Molta l’utenza, spazientita, che si reca presso la sede centrale (aperta anche di pomeriggio) per ritirare la lettera o l’atto e si sente rispondere che questa va ritirata presso quella o quell’altra succursale aperta solo di mattina.
Il grande problema è in atto da mesi e, in estate, aumenta in quanto l’utenza
forestiera e vacanziera che usufruisce dei servizi postali, porta a lunghe code mentre i cittadini residenti sono costretti a dover perdere una intera mattinata presso le succursali per ritirare quanto dovuto.
La domanda è: «Cosa dovrebbe fare chi lavora durante le ore della mattina per ritirare una raccomandata o un atto giudiziario? Deve prendersi un giorno di ferie o chiudere l’attività ogni volta che deve recarsi ad una delle tre succursali postali per fare le lunghe file e ritirare un atto?».
Una assurdità impensabile e chi protesta non sa neanche con chi prendersela in quanto gli addetti agli sportelli declinano le responsabilità rimandando tutto ai vertici della sede centrale del recapito di Brindisi.
A questo si aggiunge la situazione (ormai una costante) della consegna in ritardo delle bollette dell’Enel e del telefono tant’è che rimangono inascoltate le innumerevoli proteste della gente che, al nostro giornale denunciano il disservizio nel recapito della normalissima corrispondenza che arriva in ritardo (un giorno si e 2-3 no) sia per un ridotto numero di portalettere e sia per l’uso di lavoratori di altri comuni che non conoscono le vie, i quartieri e le zone della città, hanno problemi ad individuare le strade.
Le vecchie 20 zone di recapito risultano oggi modificate e accorpate. Date in abbinamento (in «gestione») a pochi «postini» i quali vengono oberati di un surplus e, pur con tanti sacrifici oltre l’orario di lavoro, questi non riescono ad evitare gli inconvenienti. Una situazione che ha creato e sta provocando disagi, proteste, polemiche e malumori tra l’utenza che si vede arrivare nella propria cassetta delle lettere, corrispondenza vecchia e bollette di luce, telefono, gas e tasse varie in ritardo e con termini scaduti.
E’ emblematico quanto esposto da una signora che ha detto: «Avevo prenotato un esame alla Asl e, con una normale lettera, mi era stato indicato il giorno ma questo non l’ho potuto fare perché la posta mi ha recapitato la comunicazione in ritardo. Qui non si tratta di bigliettini di auguri. Nessuno alla Asl mi ha creduto sul fatto che non ho ricevuto per tempo la lettera e non è stata colpa mia se non mi sono presentata il giorno stabilito. La lettera mi è arrivata tardi mentre Poste Italiane parla di efficienza ma, vi posso assicurare, non è così e, nel mio caso, mi ha prodotto un grave disservizio e tanti problemi sia per giustificare la mia assenza e sia per dover ri-prenotare l’esame diagnostico e doverlo fare in ritardo».

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