Il Jova Beach Party cambia format e il progetto di riqualificazione delle dune costiere può proseguire senza intoppi: per Legambiente Barletta è «una notizia positiva».
Non nasconde la propria soddisfazione Raffaele Corvasce, presidente del circolo cittadino dell’associazione ambientalista, all’indomani dell’annuncio dell’assessore ai Grandi Eventi Oronzo Cilli. Proprio dalle colonne della Gazzetta del Mezzogiorno, nei giorni scorsi, l’assessore aveva comunicato la decisione degli organizzatori del Jova Beach Party 2026 di cambiare format, abbandonando le spiagge. Barletta resta in corsa per ospitare l’evento, ma ad oggi non si conosce quale potrebbe essere l’area individuata per il concerto.
In attesa di capire se Lorenzo Cherubini sarà effettivamente nella città della Disfida nella prossima estate e quale potrà essere la eventuale location dello show, può dirsi conclusa la querelle sulla possibile convivenza tra l’evento e il progetto di rinaturalizzazione delle dune costiere in atto sulla litoranea di Ponente, proprio nell’area che ha ospitato il Jova Beach nel 2019 e nel 2022. «Trovare una soluzione che potesse consentire lo svolgimento del Jova Beach a Barletta, ma con un format diverso - ha affermato Corvasce - è sempre stata la direzione verso la quale abbiamo basato il nostro dialogo. Il rispetto del territorio è alla base di ogni buona scelta per la nostra città».
Chiusa la polemica che aveva acceso i giorni di Ferragosto, Corvasce ha colto l’occasione per tornare su quello che è lo sviluppo del progetto di rinaturalizzazone delle dune costiere avviato nel 2024 con un protocollo firmato, oltre che dal Legambiente, anche da comune di Barletta e Sigea. «Questo progetto - ha evidenziato Corvasce - mira a rinaturalizzare una porzione della parte più interna della spiaggia, solitamente non frequentata dai bagnanti, al fine di proteggere la costa dall’erosione soprattutto ad opera del vento (erosione eolica), evitando pertanto la dispersione di sabbia, come purtroppo è avvenuto ancora qualche giorno fa in seguito ai venti di tramontana».
Alla luce di questo, il presidente di Legambiente ha sottolineato che «se il progetto fosse partito fin da subito con l’esecuzione di tutti i lavori previsti questo non sarebbe accaduto», ma allo stesso tempo si è mostrato fiducioso che «si riuscirà a recuperare il ritardo». La conclusione del progetto è prevista nel 2027 e, per Corvasce, «tre anni sono sufficienti a dimostrare nei fatti i benefici ambientali ed economici per il nostro territorio». «Per avere risultati che possano far apparire quelle aree più piacevoli, alla vista di chi continua a chiamarle aree abbandonate - ha concluso Corvasce - bisognerà attendere affinché la natura continui a fare il suo corso. Speriamo ci sia data la possibilità di dimostrarlo».
[adr. ant.]