il fatto
Andria, «perde» la casa popolare e abusivo la distrugge
Aveva occupato una casa popolare riuscendo a cacciare la famiglia che, a sua volta, ci viveva abusivamente. A denunciarlo la sorella, Ieri sequestro e sgombero tra calcinacci
ANDRIA - Aveva occupato una casa popolare riuscendo a cacciare la famiglia che, a sua volta, ci viveva abusivamente. A denunciarlo è stata la sorella, il cui aiuto era stato sollecitato dalla donna che prima di lui aveva occupato l’appartamento (legittimamente assegnato anni prima ai genitori, poi morti). La vicenda si consuma ad Andria, al primo piano della palazzina al civico 20 di via Mola di Bari. Ieri mattina, su ordine del Tribunale di Trani che ha disposto il sequestro dell’immobile, la casa è stata sgomberata. La sorpresa, però, è stata trovare l’appartamento quasi completamente distrutto: pavimento, piastrelle e sanitari divelti, porta di ingresso danneggiata, muri cadenti. Quella casa cioè, nonostante con lo sgombero sia tornata dell’Arca, che ne è proprietaria, non potrà essere per il momento assegnata ad una famiglia bisognosa, perché totalmente inagibile.
IL SEQUESTRO Il 3 aprile scorso la Polizia interviene su segnalazione di una donna che riferisce che suo fratello si era introdotto in un alloggio di edilizia popolare senza averne titolo, portando con sé moglie e tre figli minorenni, spossessando la precedente assegnataria dell’appartamento che, avendo trovato estranei in casa, aveva avuto un malore. In realtà le verifiche degli investigatori hanno consentito di accertare che anche lei non aveva titolo per vivere in quella casa: l’alloggio era stato assegnato ai suoi genitori e, dopo la loro morte, lei - ha ammesso la stessa - ha continuato a vivere lì.
Il nuovo abusivo, poi, ha confermato ai poliziotti la circostanza di essersi introdotto illecitamente nella casa, spiegando di credere che fosse vuota e priva di assegnatario. A quel punto nei suoi confronti è stato avviato un procedimento penale per occupazione abusiva dell’alloggio popolare di proprietà dell’Arca Puglia e a fine luglio il gip del Tribunale di Trani Domenico Zeno ha disposto il sequestro dell’appartamento. Ieri la Polizia locale e i tecnici dell’Arca sono andati nell’appartamento per eseguire il provvedimento di sequestro, dopo aver dato all’indagato qualche settimana di tempo per raccogliere le proprie cose e traslocare con tutta la famiglia.
LO SGOMBERO Quando hanno aperto la porta dell’apportamento per mettere i sigilli, investigatori e funzionari dell’Arca si sono trovati di fronte ad uno scenario di devastazione: calcinacci, pietre e piastrelle sparsi per tutta la casa. Quell’alloggio, cioè, è stato distrutto - evidentemente da chi lo aveva abusivamente occupato, forse per sfregio e dispetto - e non potrà essere riassegnato così presto. Nel processo penale che scaturirà da questa vicenda - nel quale all’accusa di occupazione abusiva potrebbe aggiungersi quella di danneggiamento - certamente l’Arca si costituirà parte civile e chiederà i danni.