Il caso
Barletta: probabile ritorno del Jova Beach Party, ma non si spengono le polemiche su dune e uccelli
Botta e risposta tra il presidente del consiglio comunale Lanotte e Legambiente. «Oltre 3 km di spiaggia sottratti alla gente per 19 uova del “fratino”»
Botta e risposta sul fratino con vista sul Jova Beach 2026. Da una parte Legambiente Barletta, dall’altra il presidente del consiglio comunale Marcello Lanotte, con un post di quest’ultimo ad accendere il dibattito.
All’indomani della notte di San Lorenzo, nel commentare l’abbandono dei rifiuti sulle spiagge, Lanotte scriveva «saranno colpa dell’amministrazione le erbacce incolte per tutelare le uova di un uccellino e inesistenti dune?»
Affermazione che non è passata inosservata agli occhi di Legambiente, sottoscrittrice con il Comune e la Sigea di un protocollo finalizzato al ripristino e alla rinaturalizzazione dei cordoni dunari lungo la litoranea di Ponente. A parere del presidente del circolo di Barletta Raffaele Corvasce, «il riferimento alle aree rinaturalizzate (erbacce incolte), alla nidificazione del fratino (uova di un uccellino) e al progetto dune (inesistenti dune) appare chiaro». «Capisco - ha aggiunto Corvasce - che il presidente possa non avere sensibilità per la natura, simpatie per il circolo Legambiente o apprezzamento per gli sforzi dei nostri volontari, ma ci sarebbe da aspettarsi che abbia rispetto almeno per gli atti amministrativi della Regione Puglia, gli stessi licenziati dalla massima assise comunale e dalla giunta, che hanno approvato il progetto proposto da Legambiente e Sigea».
Per Legambiente, quanto scritto da Lanotte ha un riferimento preciso. «Capisco bene - ha sottolineato Corvasce - che il terzo Jova Beach è alle porte, fervono i preparativi e fra questi c’è anche il tentativo di delegittimare il progetto di rinaturalizzazione delle dune costiere perché in questo momento torna utile, ma sarebbe auspicabile che si avesse quantomeno la decenza di astenersi dal ricorso ad una squallida gogna mediatica su un percorso di tutela della costa sottoscritto dalla stessa amministrazione di cui fa parte. Legambiente non avallerà mai alcun documento contenente dichiarazioni che non corrispondono alla realtà, come proposto dagli organizzatori in sua presenza, negando l’esistenza di specie di flora e fauna meritevoli di tutela». Corvasce ha evidenziato, infine, che l’esigenza di una risposta «nasce dalla constatazione che l’associazione è stata allusivamente tirata in causa, fuori contesto, rispetto a fenomeni di ordinaria inciviltà».
La reazione del presidente del consiglio comunale al post di Legambiente non si è fatta attendere. «I barlettani - ha affermato Lanotte - pensano che oltre 3 chilometri di spiaggia libera non vengano puliti dalle erbacce per colpa del Comune e della Bar.S.A., ma ciò non è vero ed ecco perché ho ritenuto doveroso comunicare che la responsabilità di questa percezione negativa va ricercata altrove».
Lanotte ha poi avanzato due dubbi sulla gestione delle dune. «Mi chiedo perché i nostri concittadini non debbano sapere che a fronte di 3 chilometri e oltre di spiaggia sottratti alla fruizione pubblica si sono rilevate - in due anni - appena 19 uova di fratino (e non uccelli effettivamente nati)? E ancora, perché urlare all’insensibilità ambientale, se le dune non si sono ancora formate?».
Non manca quindi, la risposta sul tema Jova Beach. «Non capisco - ha aggiunto Lanotte - perché dovrei nascondere di essere convinto che se l’evento non si dovesse fare a Barletta il danno da mancati introiti economici per le attività economiche barlettane e da mancata promozione dell’immagine della città sarebbe enorme e verrebbe causato dalla posizione del referente cittadino di Legambiente che, durante un incontro esplorativo con gli organizzatori del Jova Beach, ha avuto l’ardire di sostenere che, a suo dire, solo lui potrebbe, con il suo sdraio, prendere il sole in quei 3 chilometri di spiaggia, secondo la convenzione stipulata con il Comune». «Credo - ha chiosato Lanotte - che tali esternazioni siano figlie di una visione esaltata, a tratti ottusa, prepotente e deviata della tutela ambientale».