BARLETTA - «L’amministrazione comunale non ci ha nemmeno fatto le condoglianze, quello che è accaduto a Francesco è solo una parte di ciò che sta succedendo, siamo davanti ad un fenomeno sociale preoccupante». Le parole di Carlo Diviesti, scuotono il consiglio comunale. Erano da poco passate le 21 di mercoledì, il sindaco Cosimo Cannito stava intervenendo per spiegare il suo punto di vista sui temi della «sicurezza»: proprio in quel momento, nell’aula di via Zanardelli hanno fatto il loro ingresso Carlo Diviesti e Mariagrazia Marzocca, i genitori di Francesco Diviesti, il giovane barlettano ucciso a Barletta lo scorso 25 aprile, accompagnati dall’avvocato Michele Cianci. Il mistero su quanto accaduto circa quattro mesi fa ancora permane. Dopo che inizialmente si erano perse le tracce del ragazzo, il suo corpo è stato trovato dopo quattro giorni nelle campagne tra Canosa e Minervino, completamente carbonizzato. Per i fatti risultano, al momento, cinque persone indagate.
E i genitori tornano a chiedere verità e giustizia. «Noi - ha affermato Carlo Diviesti - non abbiamo ricevuto nemmeno le condoglianze dall’amministrazione comunale. Partendo da questo però vorrei dire che, al di là di quello che è successo a Francesco, che lo ricordo era un ragazzo incensurato, siamo davanti ad un fatto sociale preoccupante per tutti i ragazzi che frequentano la nostra città. Quanto sta avvenendo è sotto gli occhi di tutti. Voi sapete quanto io amo Barletta e mi dispiace fare queste affermazioni, ma la realtà è questa, è una città allo sbando». Da Mariagrazia Marzocca è invece arrivata una richiesta di «vicinanza». «Ci sono tante cose che noi vorremmo chiedere - ha dichiarato la mamma di Francesco Diviesti - e la cosa più importante di tutte è quella di essere vicini al nostro dolore. A noi sembra di essere stati abbandonati dalle istituzioni».