BARI - Ha resistito fin quando ha potuto. Ma l’onda lunga del caso Caracciolo (la laurea falsa presentata dalla moglie, scoperta dalla «Gazzetta») avevano irrigidito il Pd nazionale, pronto a decidere il commissariamento. E così nella serata di sabato Lorenzo Marchio Rossi si è dimesso da segretario provinciale della Bat: paga la vicinanza a Caracciolo, oltre che gli echi dell’inchiesta sugli appalti alla Provincia Bat di cui è vicepresidente.
Già dopo il caso della laurea falsa al concorso di Aeroporti di Puglia, il Pd nazionale aveva nei fatti messo Caracciolo fuori dal partito: il consigliere regionale, leader di preferenze, è imputato per corruzione e non verrà ricandidato. Poi è partita la reazione della base Dem, in una provincia che vede già due circoli commissariati (Trinitapoli e San Ferdinando di Puglia, dove si vota nel fine settimana) e in cui Caracciolo ha costruito un sistema di interessi fatto di nomine e di finanziamenti.
Ieri il partito ha diffuso la lettera che Marchio Rossi ha mandato alla segretaria nazionale Elly Schlein, in cui annuncia «con rammarico» le dimissioni e rivendica una serie di risultati: dalla vittoria alle elezioni di Margherita di Savoia a quelle della Provincia. Marchio parla anche di «criticità» («La persistente situazione di commissariamento di due nostri circoli, a causa di uno scontro interno esacerbato ripetutamente dalla componente minoritaria del partito, rappresenta un elemento di fragilità che fatico a superare in un clima di collaborazione costruttiva») e rileva «un pregiudizio nei confronti del mio operato che percepisco provenire sia dal livello nazionale che dalla corrente minoritaria».
Fonti Dem spiegano che la decisione di Marchio Rossi era attesa, e che è ritenuta indispensabile per il «rinnovamento» chiesto dalla Schlein all’indomani del caso-Fiorella. Il Pd della Bat sarebbe in ogni caso stato commissariato all’esito della tornata amministrativa, anche perché c’è da ricostruire sul territorio una rete operativa in vista dalle Regionali. Marchio Rossi aveva tentato di prendere le distanze da Caracciolo in una dichiarazione in cui esprimeva «preoccupazione» per gli esiti del caso che lo riguarda, ma le minoranze sul territorio (e il partito nazionale) gli contestano una sostanziale co-gestione del partito insieme all’ex capogruppo regionale, e soprattutto la posizione ammiccante rispetto a un coacervo di interessi imprenditoriali che vanno dai rifiuti alla sanità. Tra oggi e domani verrà nominato un commissario, che - come accade ormai di norma - arriverà da fuori Puglia.