Sabato 06 Settembre 2025 | 18:37

«L’auto rubata vale più della nuova», il Questore della Bat Fabbrocini racconta cosa c'è dietro la piaga delle vetture cannibalizzate

 
Aldo Losito

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Aldo Losito

«L’auto rubata vale più della nuova», il Questore della Bat Fabbrocini racconta cosa c'è dietro la piaga delle vetture cannibalizzate

«Business fiorente, ma il nostro metodo funziona. In tutta la provincia registriamo una diminuzione del 40%, Una rete di telecamere per monitorare le zone a rischio»

Sabato 17 Maggio 2025, 12:29

ANDRIA - Quasi 100 arresti eseguiti nell’ultimo anno, per fronteggiare la piaga dei furti d’auto. Una macchia che ha segnato la sesta provincia pugliese per anni, ma che adesso comincia ad avere una forte e consistente riduzione, grazie alle ultime due operazioni messe a segno dalla Questura della Bat.

Nove mesi fa, la «Stolen I», che portò all’arresto di 32 persone (quasi tutte andriesi), si era concentrata sulle cosiddette batterie che si muovevano sul territorio Bat per portare a segno i furti di auto. Nella «Stolen II» dello scorso lunedì, invece, la Questura Bat e la Procura di Trani si sono concentrati sulla fase successiva al furto, e cioè quella della ricettazione delle parti di veicolo da commercializzare dopo il furto.

Ben 25 gli arresti tutti a Cerignola, in un’operazione che ha smantellato un’organizzazione verticistica, con almeno due capi, dedita alla ricettazione dei componenti dei mezzi rubati: dal trasferimento del veicolo in due autorimesse di Cerignola sino allo smontaggio nei box, ma anche al confezionamento delle parti di ricambio sino alla commercializzazione.

Proprio per una delle due autorimesse, l’autoparco Marino, è stato disposto anche il sequestro nelle ultime ore. Contestualmente ai due filoni d’inchiesta, l’opera quotidiana di controllo del territorio, ha portato ad altri arresti per furti d’auto negli ultimi mesi.

«In tutta la provincia registriamo una diminuzione del 40% dei furti d’auto, un dato in controtendenza rispetto all’aumento del 6% registrato su scala nazionale – commenta il questore della Bat, Alfredo Fabbrocini -. Passiamo dal 2022 con oltre 1000 furti d’auto per 100mila abitanti nella provincia, al 2024 con 600 furti per 100mila abitanti. Un significativo trend di miglioramento rispetto alle altre province italiane. Questi dati precedono l’ultima operazione che è la naturale conclusione delle indagini svolte in passato. Non si tratta di un’indagine spot, ma parliamo di un metodo di lavoro che sta portando dei frutti, tali da invertire una tendenza che negli ultimi dieci anni vedeva questa provincia al primo posto in Italia per furti d’auto. Grazie a questo metodo di lavoro i numeri si sono ridimensionati, e anche se non siamo ancora soddisfatti possiamo affermare di non essere più all’ultimo posto in questa triste graduatoria».

Signor Questore, stiamo parlando di un metodo di lavoro che non si limita ad arrestare il ladro, ma va a colpire la filiera che si sviluppa intorno a questo reato.

«E’ un’azione composita fatta non solo di prevenzione repressiva, messa in atto dal personale delle Volanti con il controllo delle zone di maggiore incidenza dei furti, che spesso hanno fornito lo spunto per gli investigatori. E’ un’azione fatta anche di un sistemico controllo a diversi autoparchi della Bat e di Foggia. Quindi è stato creato un gruppo di lavoro dedicato esclusivamente a questa fattispecie di reato, con la collaborazione del servizio centrale operativo di Roma, in maniera tale da ripercorrere tutta la filiera. dal semplice furto, alla ricettazione fino ad arrivare alla vendita dei pezzi»

Si proseguirà su questa strada?

«Sicuramente si, è questa la metodologia coordinata dalla Squadra Mobile che sarà portata avanti. Saranno ancor di più intensificati i controlli sulla strada e ai rivenditori specializzati di pezzi d’auto. Indagini sistemiche con il contribuito dei colleghi di Roma, in connessione con le altre forze dell’ordine»

I criminali cominciano a sentire il fiato sul collo?

«Abbiamo evidenze chiare nella fase investigativa che loro avevano notato la situazione e l’incrementata presenza della Polizia nei controlli, e dopo l’operazione hanno compreso che devono preoccuparsi soprattutto quando non ci vedono».

Qual è l’identikit di chi opera nella filiera dei furti d’auto?

«Si spazia dai 18 ai 60 anni. E’ un tipo di reato che non prevede una grande caratura criminale. Si può iniziare giovani, anche se non si appartiene a famiglie criminali e basta avere un po’ di tecnicismo e manualità. Chi fa questo tipo di attività, non scala le gerarchia del crimini, invece punta a specializzarsi, perché è un tipo di reato in cui si rischia poco dal punto di vista giuridico o fisico, ma al contrario si guadagna molto».

Le provoca rabbia vedere i suoi uomini sempre a rischio nell’inseguire i ladri, che tornano in libertà dopo pochi giorni?

«Nei primi mesi dell’anno, abbiamo avuto 8 persone ferite a causa di inseguimenti fatti ai ladri, oltre a due volanti distrutte per portare avanti questo genere d’azione. Va da sé che per un Questore, l’incolumità dei suoi uomini va sempre al primo posto. Non potrò mai dir loro di alzare il piede dall’acceleratore perché è nel dna del poliziotto, ma sicuramente non li rimprovero se tornano a casa incolumi. Questo è un reato che ha dei limiti delittuali non eccezionali e questo ci complica il lavoro, lo sappiamo ma non per questo diminuiremo il nostro impegno».

L’ultima operazione ha portato agli arresti di cerignolani che operavano nella Bat. Esiste una geografia criminale dei furti d’auto?

«Come noi ci strutturiamo per fronteggiare questo reato, anche dal punto di vista criminale c’è un lavoro composito, fatto da differenti gruppi organizzati nelle diverse province. Tutto l’asse Bari-Foggia è stato caratterizzato da un’incidenza grave per quanto riguarda i furti d’auto. Non è un caso se nella prima operazione gli arrestati erano andriesi e nelle seconda cerignolani. Questo testimonia lo stretto collegamento tra comunità criminali. Inevitabile un confronto continuo e una collaborazione sia investigativa che preventiva con le questure di Foggia e Bari ma anche con i Carabinieri, perché è un problema che accomuna i territori».

Quanto frutta un’auto rubata?

«Costa più una vettura a pezzi che intera. In pratica un’auto che ha un valore di 20mila euro, smontata può arrivare a fruttare oltre 30mila euro. Queste cifre sono indicative, perché variano in base al tipo di vettura rubata».

Il commercio dei pezzi verso quale mercato è diretto?

«Parliamo sia di mercato italiano che estero. Il mercato dei pezzi d’auto accomuna i popoli. Quando c’è tanta domanda, è inevitabile che ci sia tanta offerta. E per certi versi, siamo un po’ tutti colpevoli, perché qualcuno li compra questi pezzi, magari allettato dai costi più ridotti. E quando parliamo di mercati esteri, si amplia anche la nostra attività d’indagine».

Qual è il ruolo del cittadino, che si limita a fare video per i social piuttosto che chiamare le forze dell’ordine?

«Questo è un dato poco confortante. Il famoso video del furto a Cerignola è significativo, perché è durato più del solito e nessuno ha allertato le forze di polizia. Altre volte per la velocità d’azione dei malviventi, l’avviso del cittadino servirebbe a poco ma sarebbe sempre gradito, anche perché magari una segnalazione di movimenti sospetti può tornare utile. Spesso, quando abbiamo avuto la collaborazione del cittadino siamo riusciti a sventare i furti».

Altro elemento collegato ai furti d’auto sono i danni provocati all’ambiente quando le carcasse delle auto vengono incendiate in piena campagna.

«È un problema che stiamo affrontando assieme alla Prefettura e alla Regione Puglia, per creare una rete di telecamere che ci permetta di monitorare le zone in cui vengono distrutte le auto creando problemi di natura ambientale».

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