ANDRIA - Una «bravata» o un vero e proprio atto criminale? Proseguono le indagini sull’esplosione di una bomba carta che ha gravemente danneggiato la palazzina dell’Arca Puglia nella notte di Capodanno. L’immobile ubicato in via Giovinazzo nel quartiere di San Valentino ad Andria è stato dichiarato inagibile, e quindi sono state evacuate per precauzione le sei famiglie che ci abitavano.
Sembrerebbe che qualche minuto prima dell’esplosione, stazionava nei pressi della palazzina una baby gang che aveva già cominciato a fare esplodere petardi. Tutti i componenti della banda giravano incappucciati, probabilmente per sfuggire al riconoscimento delle immagini di videosorveglianza.
Eseguiti ieri mattina nuovi sopralluoghi tecnici nella struttura di edilizia popolare nel periferico quartiere andriese. Sul posto Vigili del Fuoco, tecnici Arca Puglia ed anche la sindaca di Andria Giovanna Bruno che, con la Polizia Locale, ha seguito la vicenda fin da subito, attivando prontamente la macchina dei soccorsi e degli interventi. Un’esplosione che poteva trasformarsi in tragedia. Ora le sei famiglie evacuate sono in condizioni di sicurezza. Difficile definire i tempi di rientro per le stesse che, intanto, hanno trovato ospitalità dai parenti o sono state sistemate in una struttura alberghiera.
«Aver prontamente assistito le famiglie è il lato positivo su cui vorrei soffermarmi in questa vicenda generata dalla più totale incoscienza e inciviltà – commenta la prima cittadina -. Ringrazio la nostra Polizia Locale, i Vigili del Fuoco e tutti coloro che si sono adoperati con elevata professionalità in una situazione che poteva avere ben più tragiche conseguenze. Con l’Arca Puglia, attraverso il suo amministratore unico De Nicolo che ringrazio per la solerzia e attenzione, abbiamo condiviso tutti i passaggi operativi che vedono il coinvolgimento di più enti, tutti resisi disponibili e che ieri mattina abbiamo incontrato sul posto».
«Nella palazzina di via Giovinazzo erano anche in via di ultimazione i lavori di manutenzione straordinaria finanziati dai fondi Fers – prosegue la sindaca Bruno -. Adesso l’impresa sta ripristinando lo stato dei luoghi, adoperandosi per rendere accessibile la stessa agli sfollati, garantendo la massima sicurezza. A brevissimo, salvo inconvenienti, i cittadini potranno fare ritorno alle loro abitazioni, recuperando quella serenità che è stata loro minata da un atto inqualificabile, che ha gettato fango e discredito su una intera città».
E di atto di violenza parla senza mezzi termini il presidente di Arca Puglia: «Non ci fermeremo. Davanti alla violenza e alla prepotenza rispondiamo con la solidarietà di un’intera comunità e la forza dello Stato. Noi non abbiamo paura, perché siamo molti di più», ha dichiarato in un post pubblicato su Facebook, Pietro Augusto de Nicolo. «Verificheremo la stabilità dell’edificio e attiveremo ogni intervento per restituire a queste famiglie una casa sicura».
«Abbiamo lavorato e stiamo lavorando anche di notte perché vogliamo che le sei famiglie evacuate possano presto riappropriarsi delle loro abitazioni. Quanto accaduto va chiamato con il suo nome: si è trattato di un attentato. E la risposta dello Stato doveva essere immediata». Lo dichiara Pietro Augusto de Nicolo, presidente di Arca Puglia, l’Agenzia regionale per la casa e l’abitare proprietaria della palazzina del rione San Valentino di Andria, danneggiata dalla esplosione di un potente ordigno nella notte di Capodanno.
«Se tutto va bene e se siamo fortunati, entro due giorni al massimo i residenti potranno tornare a casa», aggiunge de Nicolo spiegando che «la prima cosa che abbiamo fatto è stata mettere in sicurezza l’immobile, poi abbiamo isolato la zona dell’esplosione e ricavato un accesso alternativo all’edificio: abbiamo creato una sorta di bypass tagliando un muro laterale».
La palazzina «non ha problemi di staticità e attendiamo l'intervento dei tecnici dell’Enel previsto per domani mattina alle 8. Poi toccherà riallacciare acqua e gas e solo dopo i residenti potranno riappropriarsi della loro casa», prosegue de Nicolo evidenziando che «dobbiamo fare in fretta per ridare il conforto della casa a chi, per colpa di qualcuno, ne è stato privato».