ANDRIA - Si è svolta questa mattina la prima udienza del processo a carico delle sei persone arrestate dalla polizia ad Andria tra settembre e ottobre dello scorso anno, perché accusate a vario titolo e in concorso di estorsione, tentata estorsione e usura aggravati dal metodo mafioso e di detenzione illegale e porto in luogo pubblico di pistola. Si tratta dei presunti componenti del gruppo criminale Pesce-Pistillo, attivo nella città del nord Barese.
Alla sbarra, c'è anche un avvocato di Andria, Grazia Tiziana Favullo, di 50 anni ai domiciliari, che avrebbe fatto da tramite tra la mamma di un commerciante vittima di usura e due degli imputati - i fratelli Oscar Davide e Gianluca Pesce - chiedendo il loro intervento per ottenere una dilazione dei pagamenti. Nel corso dell’udienza, si sono costituiti parti civili il Comune di Andria, tramite l’avvocato dell’Ente, Giuseppe de Candia, il ministero dell’Interno attraverso l’avvocatura e il consiglio e l'Ordine degli Avvocati di Trani, tramite il legale Salvatore Monti.
«Il Comune di Andria chiederà il risarcimento dei danni subiti dalla comunità per i reati contestati», si legge in una nota in cui si spiega quanto ribadito dalla sindaca Giovanna Bruno che intende «assumere una posizione netta contro le organizzazioni malavitose e mafiose del territorio, che minano la serenità cittadina e ledono l’intero tessuto socio-economico».