LA QUERELLE

L’aereo della discordia polemiche a Barletta: contestata l’esposizione in strada perchè non è simbolo di pace

Giuseppe Dimiccoli

Un «atterraggio», nella rotonda tra via Regina Margherita e via Foggia, del velivolo «3-330, biposto T-33A Air Force con Serial 55-3030». Ma la decisione non piace

BARLETTA - Un «atterraggio», nella rotonda tra via Regina Margherita e via Foggia, del velivolo «3-330, biposto T-33A Air Force con Serial 55-3030» che ha creato una aspra polemica tra Comune, alcune forze politiche e tanti cittadini che hanno criticato la scelta sul web. Insomma non è stato accolto nel migliore dei modi l’installazione voluta dall’amministrazione Cannito – il velivolo fu acquistato nel 2021 - che nelle intenzioni di Palazzo di Città rappresenta un «chiaro riferimento all’importanza strategica della città di Barletta durante la seconda guerra mondiale».

Diametralmente opposti i giudizi in merito alla novità apparsa l’altro giorno: da una parte un simbolo di pace, dall’altra un incitamento alla guerra. Proprio il sindaco Cannito ha sottolineato che si tratta di «un velivolo simbolo di pace, utilizzato per aiuti umanitari dall’Italia superata la seconda guerra mondiale. Quel velivolo, assieme ad altri, si occupò di aiutare le popolazioni colpite e di ricostruire la Nazione. Un velivolo, quindi, utilizzato per operazioni di peace keeping con lo scopo di mantenere la pace internazionale».

«È questo il significato che vogliamo dare alla presenza di questo aereo, in occasione dei 100 anni dell’Aeronautica Militare. Un tributo al grande cuore dei barlettani nei momenti più difficili del Paese oltre a testimoniare che la pace vince sempre la guerra. Il rondò verrà dotato di verde e fiori ed illuminato del nostro tricolore rimarcando il nostro orgoglio di essere italiani».

Diametralmente opposto il giudizio di Luca Savella (M5S): «Mentre le nostre piazze risultano sempre più in uno stato di degrado e abbandono con tante altre criticità, Cannito trova il tempo per installare un aereo da guerra, in un periodo storico in cui minacce di una guerra mondiale sono sempre più concrete. Sarebbe stato bello immaginare l’installazione di una bandiera della pace, meno costosa e dal messaggio più forte, in linea con l’articolo 11 della Costituzione».

Ma non è tutto. «Quell’aereo non rappresenta in nessun modo la città di Barletta. Chiediamo all’amministrazione di impegnarsi in qualcosa di più utile e concreto per i barlettani, nel rispetto dei veri simboli della nostra cultura e della nostra città», chiosa il pentastellato.

Contrari e «indignati» anche Carmine Doronzo e Michela Diviccaro (Coalizione Civica): «Sono passati poco più di due mesi da quando, in Aula, abbiamo espresso solidarietà alle popolazioni decimate dai conflitti bellici e ora esponiamo un trofeo di guerra? Non questi i simboli di cui andare fieri ed esporre. Non questa la memoria da salvaguardare. Per l’ennesima volta il sindaco e la sua giunta la fanno da padroni senza confrontarsi con alcuno, sposando i valori di una ultradestra di cui, invece, bisogna solo vergognarsi».

«Cannito va alla guerra. Tutti noi crediamo che i soldi pubblici debbano essere spesi per migliorare la vita di una comunità. Ma l’amministrazione Cannito non la pensa allo stesso modo, anzi crede che i soldi pubblici possono essere buttati per operazioni di propaganda bellica. Perché l’installazione di quell’aereo militare rappresenta proprio questo», Alessandro Zagaria (Collettivo Exit). «Mentre da ormai due anni alle porte dell’Europa infuria una guerra che rischia di travolgere l’intero continente, il sindaco e la maggioranza di centrodestra non hanno di meglio da proporre alla città che un aereo da guerra in bella mostra», conclude.

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