TRANI - Non “solo e sempre” malasanità ma anche “buona sanità”. Storie di medici e sanitari che lavorano alacremente e con grande passione, e che questa volta fanno notizia. È la storia che raccontano i genitori di Alessandra (nome di fantasia n.d.r.), tranese: hanno vissuto un’esperienza complicata e triste ma segnata da tanta umanità e speranza nel futuro per la loro figlia.
«In poche settimane hanno riportato mia figlia da una condizione quasi vegetativa ad una condizione che fa ben sperare nel ritorno ad una normalità. Una condizione fino a qualche mese fa, insperata» dice il padre di Alessandra, con gli occhi colmi di commozione.
È il suo modo per ringraziare gli operatori sanitari degli Ospedali Riuniti di Foggia dove è stata curata.
La giovane Alessandra, tranese, a seguito di una serie di circostanze di vita, era stata ricoverata alcune settimane fa al “Riuniti” di Foggia. Nel nosocomio dauno Alessandra è arrivata in condizioni disperate: «era in evidente stato confusionale, articolava a stento le parole, non riusciva ad alimentarsi da sola, era costretta a letto perché impossibilitata ad effettuare anche i movimenti più banali - ricorda Carlo, il padre della ragazza - Ora è decisamente una nuova persona».
E papà Carlo ringrazia di cuore e più volte coloro che sono riusicti a curarla: «E’ noto a tutti che la mala sanità in Italia è una triste realtà per motivi sui quali non è dato a noi, comuni mortali, indagare.
Non nota ai più, invece, è l’esistenza di reparti di eccellenza e dove c’è tanta “buona sanità”, come il reparto di Medicina Fisica e Riabilitativa, egregiamente diretto dal giovane prof. Andrea Santamato, degli Ospedali Riuniti di Foggia. Santamaro è affiancato da medici ed operatori sanitari, eccellenti per doti umane e professionali, nello svolgere le mansioni loro assegnate».
Poi ricorda: «Ero stato casualmente informato dell’esistenza di questo reparto di eccellenza - racconta papà Carlo - ho avuto la possibilità di ricoverare in esso mia figlia, affetta da gravi problemi neuropsicomotori. Nelle strutture sia pubbliche che private, dove era stata precedentemente accolta, nonostante l’encomiabile impegno profuso da alcuni medici ed operatori sanitari, i risultati non facevano ben sperare in un pieno recupero, sia da un punto di vista cognitivo che motorio-sensoriale».
Papà Carlo prosegue, e ripete quasi ossessivamente, a voler sottolineare con forza la grandezza dell’intervento medico: «All’atto del ricovero nel reparto foggiano, le condizioni di mia figlia apparvero subito critiche e meritevoli di particolari attenzioni e cure. Lei si trovava in un evidente stato confusionale, articolava a stento le parole, non riusciva ad alimentarsi da sola, era costretta a letto perché impossibilitata ad effettuare anche i movimenti più banali».
«Gli sforzi profusi, con costante dedizione, innanzi tutto dalle dottoresse addette alla riabilitazione rispettivamente cognitiva e motoria e da tutti gli operatori sanitari, sotto l’abile ed attenta regia del prof. Santamato, in poche settimane, hanno riportato mia figlia da una condizione quasi vegetativa ad una condizione che fa ben sperare nel ritorno ad una normalità, fino a qualche mese fa, insperata».
«Ho voluto trasferire questa mia testimonianza, di padre - conclude Carlo - per infondere coraggio e speranza a tutti coloro i quali siano alla ricerca di strutture in grado di esaudire le richieste di cure e salute per sé ed i propri cari».
Una testimonianza che genera speranza e, al tempo stesso, è un tributo a quanti negli ospedali operano spesso senza clamore, in silenzio.