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Trani, e la vecchia sinagoga di San Leonardo diventerà un albergo

Nico Aurora

Negli ultimi tempi era utilizzata come magazzino. La storia del quartiere ebraico e delle sue quattro sinagoghe cambia ancora

TRANI - L’ex sinagoga diventa loft extra lusso con non più di quattro posti letto. E, così, la storia del quartiere ebraico di Trani e delle sue quattro sinagoghe cambia ancora adattandosi alla contemporaneità. Manca solo San Pietro Martire, che poi è la più antica di tutte, e poi il quadro sarà completo.

Nella Giudecca, negli ultimi vent’anni, si è assistito al ritorno del culto a Scola nova (proprietà comunale), alla trasformazione in museo ebraico di Scola grande (proprietà diocesi) e, adesso, alla totale riconversione di San Leonardo (proprietà privata, messa in vendita già nel 2011), ubicata in vico Gabriele Morola, in struttura ricettiva a cinque stelle.

Significativo il nome che la società immobiliare proprietaria e gestore del bene ha dato alla struttura: «No church inside. Timeless place (Nessuna chiesa dentro, ma luogo senza tempo)». Nel logo figura una stella di David inserita in quella che sembra un’arcata, a giudicare dalla forma strutturale prevalente che si ritrova all’interno.

Tutto questo per rendere l’immagine di un luogo ebraico oggi sconsacrato e trasformato, lasciandone però in alcuni segni la sua memoria storica. Basti pensare all’ingresso, rimasto assolutamente identico: il portale e la porta di legno sono gli stessi di sempre, ma subito dietro la vecchia porta se ne apre un’altra, di nuovissima generazione , dalla quale si spalanca un mondo di ospitalità che nessuno avrebbe immaginato.

A seguito di questa ristrutturazione conservativa (iniziata nel 2019 e terminata nel 2022) l’ex sinagoga, che era un vecchio magazzino abbandonato, oggi si sviluppa su una superficie di circa 100 metri quadrati, suddivisi su due livelli: piano terra e soppalco, ciascuno con due posti letto. Dunque, la struttura non ha divisioni e può ospitare di volta in volta una sola utenza.

«La maggior parte delle pareti è stata sbucciata e pulita a mano - fa sapere Piertito Cardillo, dello studio di progettazione Piertito Cardillo interior designer - mettendo in risalto il tufo e la pietra storica. I materiali a contrasto utilizzati sono coerenti con la storia del luogo e soprattutto vicini alle tradizioni del territorio. Avendo come principi fondamentali il riuso e la tutela del luogo, tutte le scelte progettuali effettuate sono state improntate sul rispetto e l’esaltazione della sua storicità».

Di fattura duecentesca, ai tempi di Federico II questa sinagoga e quella di San Pietro martire (poco distante) erano considerate le più piccole delle quattro presenti in città. Dedicata nei secoli successivi prima a Santa Maria de Cara, poi a San Francesco Saverio ed infine a San Leonardo, nel tempo subì dei danneggiamenti anche esterni. Una vasca di purificazione (secondo le usanze ebraiche) e due lapidi datate 1741 e 1754 raccontano parte della sua storia.

L’edificio di culto entrò poi nelle disponibilità dalle suore Clarisse di San Giovanni: un privato l’acquistò da loro, nel 1966, per 550mila lire. La storia odierna sembra suggerirci che dovrebbe avere realizzato una plusvalenza davvero impressionante. E ci consegna un luogo trasformato, che quella storia nata nel XIII secolo oggi riscrive di sana pianta.

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