BARLETTA - Il fenomeno della violenza di genere e domestica nei confronti delle donne e degli altri membri della famiglia necessita di interventi altamente qualificati e specializzati che non ammettono alcuna forma di improvvisazione. La quinta sezione del Consiglio di Stato, con sentenza del 25 agosto scorso ha fatto applicazione e chiarito la portata di questo principio, accogliendo l’appello proposto dal Centro Antiviolenza Osservatorio Giulia e Rossella ETS avverso la sentenza emessa dal Tribunale amministrativo regionale di Bari del 2022 nella controversia promossa contro il Comune di Barletta e nei confronti della Cooperativa Horizon Service di Sulmona per l’annullamento dell’aggiudicazione illegittimamente disposta a favore di quest’ultima dell’appalto indetto dal medesimo Comune per l’affidamento del Centro Antiviolenza comunale.
Già dalla prima seduta di gara del 10 giugno 2021, l’Osservatorio Giulia e Rossella aveva eccepito a verbale la carenza dei requisiti specifici richiesti dal bando stesso, necessari alla gestione di un’attività così delicata. «Ciò nonostante, il Comune di Barletta, tramite l’allora dirigente dei Servizi Sociali, Caterina Navach - sottolinea Tina Arbues, presidente dell’Osservatorio Giulia e Rossella - ritenne di provvedere all’aggiudicazione dell’appalto alla menzionata cooperativa sprovvista dei requisiti richiesti dalla legge. Tanto in spregio dello stesso bando di gara, che richiedeva requisiti specifici e competenze tecniche qualificate, come appunto specificato dalla citata sentenza del Consiglio di Stato».
«Siamo orgogliose di questo risultato - prosegue la presidente dell’Osservatorio -. Abbiamo lottato, come sempre siamo abituate a fare sul territorio in cui siamo presenti ormai da 29 anni. Lo abbiamo fatto con caparbietà perché le donne e i loro figli meritano di essere accolti da Centri Antiviolenza qualificati, conformi alle leggi sovranazionali, nazionali e regionali. Il Consiglio di Stato ci ha dato ragione rispetto a quello che dovrebbe essere un principio ormai recepito da tutte le amministrazioni, sancito dalla Convenzione d’Istanbul ratificata dall’Italia con la legge 77 del 2013; “I Centri Antiviolenza devono essere gestiti da associazioni/imprese femminili che si occupano del contrasto della violenza di genere con un approccio basato sulle relazioni tra donne”».
E poi: «In tutto questo periodo abbiamo continuato a operare nella nostra sede principale di Barletta in via Ferdinando D’Aragona 143. Vogliamo ringraziare le donne che con fiducia hanno continuato a rivolgersi a noi e a tutti/e coloro che hanno continuato a credere che la nostra competenza fosse un valore imprescindibile. Grazie anche agli avv.ti Di Donna e Damato di Bari che hanno creduto nella nostra causa».