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Barletta, studente accoltellato a morte, l'imputato: «Non ho visto nulla»

 
Linda Cappello

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Linda Cappello

Barletta, studente accoltellato a morte,  l'imputato: «Non ho visto nulla»

Le dichiarazioni del 21enne Michele Dibenedetto, accusato di omicidio volontario in concorso per la morte dello studente

Domenica 21 Maggio 2023, 13:06

BARLETTA - «Non ho visto nulla, neanche il coltello. Non mi sono reso conto di quanto era successo». Si è difeso così Michele Dibenedetto, il 21enne barlettano a processo con l’accusa di omicidio volontario ai danni di Claudio Lasala, lo studente 24enne ucciso con una coltellata all’addome la notte fra il 29 ed il 30 ottobre 2021 dopo una lite in un locale.

L’imputato, che risponde del reato in concorso con il 19enne Ilyas Abid -presunto esecutore materiale – è stato sentito venerdì scorso nell’aula della Corte d’Assise di Trani (presidente Luca Bounvino, a latere Rossella Volpe ed i giudici popolari). Il giovane ha ammesso di aver litigato con la vittima, ma al contempo non si sarebbe reso conto dell’aggressione con arma da taglio ai suoi danni. Nello specifico, non avrebbe visto il coimputato Abid prendere il coltello. Quest’ultimo, invece, si è rifiutato di sottoporsi ad interrogatorio, e la difesa ha prodotto le sue dichiarazioni già rilasciate nel corso delle indagini.

Secondo la ricostruzione degli inquirenti, coordinati dal pubblico ministero Roberta Moramarco, Dibenedetto e Lasala si incontrano nel locale, il primo intima al secondo di offrirgli da bere e quest’ultimo si rifiuta. Da qui la lite, poi proseguita fuori dal locale, e l’accoltellamento da parte di Abid.

Nel corso dell’udienza precedente è stato sentito il dottor Antonio Pappalettera, consulente tecnico incaricato dall’avvocato Rinaldo Alvisi, legale dei familiari, di ingrandire e rallentare la visione di alcuni fotogrammi che immortalano la scena. È stata poi sentita una testimone oculare, che ha soccorso Lasala subito dopo l’accoltellamento.

«Ho notato un ragazzo a terra - ha dichiarato - gli ho chiesto come stesse, se avesse bisogno di qualcosa, lui indossava una maglietta bianca, si stringeva forte lo stomaco ed era sporca di sangue. Il ragazzo si lamentava solamente, io ho cercato di fargli domande per capire cosa fosse successo ma lui non rispondeva (...) dopo abbiamo sentito una moto arrivare dietro di noi, e ho visto questo ragazzo che scendeva dalla moto, e nella maniera in cui si è avvicinato ho supposto fosse un suo amico (...) invece neanche il tempo di capire, questo ragazzo ha incominciato a picchiarlo».

La testimone ha poi detto di aver riconosciuto l’imputato Dibenedetto come il ragazzo che era sulla moto. La prossima udienza è stata poi fissata per il 16 giugno, quando verranno ascoltati altri testimoni. 

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