Il caso

Trani, cantieri del Piano casa bloccati dal Comune

Nico Aurora

Provvedimento scaturito dalla «incostituzionalità» della proroga

TRANI - Due cantieri in procinto di partire, ma anche uno già da tempo avviato: tutto bloccato per la incostituzionalità della proroga del Piano casa regionale. Il Comune di Trani ha imposto lo stop a ben tre segnalazioni certificate di inizio attività, recependo quanto chiarito dalla Corte costituzionale e ponendo adesso in seria difficoltà chi riteneva di partire, o era già partito, fidandosi di norme edilizie pugliesi evidentemente non corrette.

Il sindaco, Amedeo Bottaro, anche in qualità di assessore all’urbanistica, nei mesi scorsi aveva escluso che a Trani ci fossero procedimenti in itinere ai sensi del Piano casa, ma infatti lo hanno evidentemente smentito. Così, nelle ultime ore, il capo dell’Ufficio tecnico, Luigi Puzziferri, ha firmato tre diverse determinazioni dirigenziali con cui sospende l’efficacia dei permessi a costruire e ne avvia il procedimento di annullamento in autotutela.

Il primo, che risale al 19 gennaio 2023, è per la ristrutturazione edilizia, previa demolizione e ricostruzione, con ampliamento ai sensi della legge regionale, di un fabbricato esistente ubicato sul lungomare Cristoforo Colombo 70.

Si tratta di una istanza, precedentemente acquisita dalla proprietaria di quel terreno, che aveva ottenuto il permesso a costruire nonostante allo stato non risulti reperibile al fascicolo alcuna comunicazione di inizio lavori.

Quello che è accaduto è che la sentenza del 10 febbraio 2023 della Corte Costituzionale ha dichiarato l’illegittimità costituzionale dei primi tre articoli del Piano casa regionale 2021, con particolare riferimento alla proroga a tutto il 2022. Tale sentenza ha effetti retroattivi e annulla tutti gli interventi previsti, a meno che la segnalazione certificata di inizio attività, ovvero il permesso di costruire, risultino presentati entro il 31 dicembre 2021.

Non è il caso di questa proposta edilizia e non lo è neanche per la segnalazione certificata di inizio attività per ristrutturazione edilizia, ampliamento volumetrico e recupero ad uso residenziale del piano seminterrato di un immobile ubicato in via Piave.

In questo caso la richiesta proviene dalla Società edilizia 87, di Di Bari, con sede ad Andria, che propone in tale progetto ampliamento volumetrico, adeguamento sismico delle strutture portanti dell’edificio, ridistribuzione interne delle unità immobiliari, interventi di efficienza energetica, rifacimento di impianti elettrici, installazione di pannelli fotovoltaici e colonnine per la ricarica di veicoli elettrici, nuovi impianti idrici, fognanti termici e climatizzazione, recupero ad uso residenziale del piano seminterrato.

Pure in tale circostanza la Scia è del 12 aprile 2022, quindi antecedente alla deadline del 31 dicembre 2021 del Piano casa fissata dalla Corte costituzionale.

La situazione più delicata, però, riguarda ancora il lungomare Cristoforo Colombo, all’angolo con via Zara, dove la società Alfa ha progettato la ristrutturazione edilizia, previa demolizione e ricostruzione con ampliamento, di un fabbricato esistente con ampliamento della volumetria.

In questo caso si tratta di una istanza acquisita al protocollo comunale il 30 maggio 2022, per effetto della quale era stato rilasciato il permesso di costruire l’8 febbraio 2023 ed era già stato demolito lo stabile in cui aveva sede l’ex ristorante Falcone, con conseguente inizio dei lavori di realizzazione delle fondazioni.

Nei primi due casi ruspe e gru non sono entrate in funzione, ma qui l’intervento edilizio è stato chiaramente avviato e adesso si aprono scenari per nulla facili.

I provvedimenti comunali dispongono che il termine per la conclusione del procedimento di annullamento è fissato in 90 giorni, e che «il divieto di prosecuzione dell’attività edilizia e conseguente sospensione dei lavori è finalizzata alle verifiche necessarie per la corretta assunzione della decisione del procedimento di annullamento in autotutela del titolo edilizio». Difficile prevedere gli scenari, ma una ipotesi potrebbe essere che l’intervento sia concluso con le sole volumetrie consentite dal vigente Piano urbanistico generale. Di certo in questa materia la Puglia si rivela una autentica maglia nera dell’urbanistica.

L’illegittimità del Piano casa Puglia 2022 sta nel fatto che persistono i conflitti di competenza sulla materia della tutela del paesaggio. Le previsioni dei piani urbanistici non sono inderogabili, ma le deroghe devono essere eccezionali e temporanee. Invece l’elemento dell’eccezionalità e temporaneità, contenuto nel Piano casa Puglia del 2009, è venuto meno a causa delle continue proroghe.

Il Piano casa Puglia 2022, secondo la Corte Costituzionale, «favorisce la generalizzata fattibilità di interventi parcellizzati, svincolati da una coerente e stabile cornice normativa di riferimento, mettendo così a repentaglio l’interesse all’ordinato sviluppo edilizio, proprio della pianificazione urbanistica».

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