TRINITAPOLI - In tre a processo per l’omicidio di Giuseppe Lafranceschina, ucciso con tre colpi di pistola in pieno giorno il 3 giugno 2020. Il gip del Tribunale di Bari Angela De Santis ha accolto la richiesta di giudizio immediato formulata dal pm della Dda Luciana Silvestris ed ha fissato l’inizio del dibattimento per il prossimo 21 aprile davanti alla Corte d’Assise di Foggia.
Sul banco degli imputati ci saranno i fratelli di nazionalità rumena Liviu e Stefan Corduneanu, rispettivamente di 26 e 24 anni, e Salvatore Montanaro, 51 anni, tutti residenti a Trinitapoli. Sono accusati di concorso in omicidio volontario aggravato dalle modalità mafiose.
Di recente i giudici del Tribunale del Riesame avevano rigettato il ricorso della difesa, confermando la misura carceraria per i tre imputati. È chiaro che la Procura ritiene di avere già elementi probatori sufficienti a sostenere l’accusa in giudizio.
Il teorema accusatorio si fonda essenzialmente sulla testimonianza di un testimone oculare, che ha sostenuto di aver assistito all’omicidio: a suo dire, Montanaro sarebbe stato alla guida della Giulietta rossa – rubata qualche giorno addietro a Trani - utilizzata dal commando, Simon Livio Corduneanu seduto sul lato passeggero e Stefan sul sedile posteriore. Secondo la Procura, l’omicidio sarebbe maturato nell’ambito di una guerra fra il gruppo malavitoso Carbone – Gallone e quello dei De Rosa – Buonarota, per il controllo del territorio.
«Ho chiaramente visto, e anche sentito, Livio che con una mitraglietta in mano sparava un colpo in direzione di Giuseppe, che stava passando per quella strada a bordo della sua bicicletta - ha dichiarato il testimone - Subito dopo il fratello di Livio, dai sedili posteriori, utilizzando un’altra mitraglietta, sparava altri due colpi in direzione di Giuseppe. Entrambi avevano i finestrini abbassati. Indico le armi come mitragliette poichè entrambi le impugnavano con tutte e due le mani. Gli autori non hanno proferito alcuna parola e si sono allontanati verso via Roma. Successivamente, dopo le 19, sono ritornato a piedi sul luogo dell’omicidio perchè ero curioso di vedere cosa stesse accadendo. A questo punto ho incontrato Livio ed il fratello. Gli stessi in dialetto trinitapolese mi minacciavano dicendomi “ancora te ne devi andare di qua, altrimenti ti facciamo pure a te”».
I tre imputati, attualmente detenuti nel carcere di Foggia, si sono sempre dichiarati innocenti. Sono difesi dall’avvocato Alfredo Tonti.